21.000 strumenti ad aria. 12.000 a percussione. 10.000 a corde. Migliaia di campane, campanelle, campanacci. E violini e tastiere e tamburi africani e antichi organi e fischietti e cornamuse e fisarmoniche e tanti, tantissimi strumenti dai nomi esotici che la maggior parte di noi non ha mai sentito neanche nominare, figuriamoci visto o ascoltato suonare.
Ideato nel 2009, messo online nel 2011 grazie a un fondo dell’Unione Europea e da allora continuamente arricchitosi di nuovi esemplari, il MIMO, acronimo che sta per Musical Instrument Museums Online, è un sito che permette di accedere, via web, alle collezioni di strumenti di decine e decine di musei (principalmente europei — c’è anche la Galleria dell’Accademia di Firenze — ma se ne vanno continuamente aggiungendo di nuovi).

(foto: Jean-Claude Billing; fonte: mimo-international.com)
Attraverso il sito è possibile ammirare oltre 63.000 pezzi, chi si possono consultare seguendo diversi parametri: tipologia di strumento, luogo di costruzione, data di costruzione, costruttore e museo.
Di una (purtroppo) ancora piccola parte di essi è anche possibile ascoltarne campioni audio e guardare video.

(fonte: mimo-international.com)

(fonte: mimo-international.com)

(foto: Jean-Claude Billing; fonte: mimo-international.com)

(fonte: mimo-international.com)

(foto: Jean-Marc Anglès; fonte: mimo-international.com)

(fonte: mimo-international.com)

(fonte: mimo-international.com)

(foto: Marion Wenzel; fonte: mimo-international.com)

(fonte: mimo-international.com)

(fonte: mimo-international.com)

(foto: Jean-Claude Billing; fonte: mimo-international.com)

(fonte: mimo-international.com)

(foto: Sofi Sykfont; fonte: mimo-international.com)

(foto: Jean-Marc Anglès; fonte: mimo-international.com)