Nato in Francia nel 1719 da una famiglia di mercanti di stoffe in bancarotta, il barone Pierre-François Hugues d’Hancarville (non era davvero nobile, il titolo se lo “concesse” da solo) fu uno dei più celebri storici dell’arte del suo tempo. Formidabile conoscitore dell’arte antica, fu una figura fondamentale del Neoclassicismo e autore di uno dei libri più belli e importanti del ‘700: un’opera illustrata, pubblicata in quattro volumi, e dedicata alla grande collezione di Sir William Hamilton — Hamilton (lui, sì, nobile davvero) era un archeologo, un vulcanologo, nonché ambasciatore inglese a Napoli, e fu d’Hancarville, suo amico, ad aiutarlo a mettere insieme la collezione di ceramiche greche e romane.
Il libro, conosciuto come Les Antiquités d’Hancarville, è stato anche ristampato qualche anno fa da Taschen, ma in effetti non fu l’unico capolavoro del “barone”, che ebbe fama anche di avventuriero e libertino, e che, sotto falso nome, diede alle stampe diverse pubblicazioni pornografiche, tra cui una raccolta di immagini molto esplicite che riproducono antiche opere incise su pietre e gemme.
Intitolato Veneres uti observantur in gemmis antiquis, il libro uscì in diverse edizioni, una in due volumi con testi in inglese e francese e illustrazioni colorate a mano, datata 1771, e una solo in inglese con illustrazioni in bianco e nero, del 1785.
Ciascuna accompagnata da una spiegazione, le immagini sono molto piccole perché, come scrive d’Hancarville nella prefazione «più piccole sono, più si avvicinano agli originali» e «inoltre sarebbero state ancora più indecenti, fossero stati altrimenti».
Veneres uti observantur in gemmis antiquis si può sfogliare online e anche scaricare gratuitamente. Ecco i link alla versione a colori (primo e secondo volume) e a quella in bianco e nero.