Le sovraccoperte dei libri sono un’invenzione ottocentesca, nata dapprima come custodia temporanea, da buttare una volta acquistato il volume (per chi volesse approfondire la storia di quella che gli anglosassoni chiamano dust jacket ecco un bell’articolo in proposito).
È solo attorno agli anni ’20 che comincia a diffondersi in maniera più capillare la sovraccoperta per come la conosciamo oggi — e cioè utilizzata non solo per proteggere la copertina ma anche a fini promozionali: è lì che vengono stampati titolo, autore, illustrazioni o foto, introduzione alla trama e biografia. Ed è sempre in quel periodo che nel mercato editoriale comincia a farsi largo la figura del grafico. È il suo uno dei compiti più delicati e complicati nella produzione di un libro: attirare l’attenzione dei lettori.
Nell’ultimo secolo le copertine e le sovraccoperte sono state affidate ad alcuni tra i più grandi artisti e professionisti del design e dell’illustrazione e splendidi esempi arrivano anche dalla Russia sovietica.
La New York Public Library ne ha digitalizzate oltre 600, risalenti al periodo che va dal 1917 (cioè dalla Rivoluzione d’Ottobre) al 1942.
Tra autori celebri russi (Tolstòj, Čechov, Turgenev, Gogol’, Lenin, Bakunin, Majakóvskij, Puškin, Blok, Pasternak, Stanislavskij) oppure stranieri (Marx, Engels, Nenni, Darwin) e altri dimenticati, ciò che si nota di più — oltre alla dominante cromatica rossa — sono le grafiche, che vanno da chiari rimandi al costruttivismo agli eccessi decorativi.
L’archivio si può ammirare qui.