Tesori d’archivio: le marionette dadaiste di Sophie Taeuber-Arp

Erano i primi del ‘900. Nel resto dell’Europa infuriava la Prima Guerra Mondiale mentre nella neutrale svizzera, più precisamente a Zurigo, un gruppo di artisti riconvertiva una vecchia latteria in un club in cui si sperimentavano nuove forme d’arte. Considerato la culla del dadaismo, quel locale, oggi quasi mitico, si chiamava Cabaret Voltaire.

Tra i membri di quel gruppo c’era Sophie Taeuber-Arp. Nata nel 1889, era pittrice, scultrice, designer tessile (disciplina che insegnò per oltre dieci anni presso l’Università di Zurigo) e ballerina. Oltre a esibirsi negli spettacoli di teatro-danza del Cabaret Voltaire, Taeuber-Arp disegnava anche le scenografie e i costumi per molti degli spettacoli dadaisti messi in scena nel locale.

Grande sperimentatrice delle geometrie semplici (non a caso, dopo il dadaismo, aderì al costruttivismo russo, diventando una delle figura chiave del movimento), si misurò anche con le marionette. Quando nel 1918 l’architetto e direttore della Scuola di Arti Applicate di Zurigo Alfred Altherr decise di realizzare un teatro di burattini, chiamò infatti Sophie Taeuber-Arp per realizzare i pupazzi del Re Cervo, celebre fiaba della commedia dell’arte scritta nel ‘700 dal drammaturgo veneziano Carlo Gozzi, della quale Altherr mise in scena una versione assolutamente inconsueta, rappresentando il rapporto e la separazione tra due figure fondamentali dell’epoca, Sigmund Freud e Carl Gustav Jung.

Traduzione tridimensionale dei suoi lavori su carta, tela e tessuto, le marionette sono conservate presso il Museo del Design di Zurigo.

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