Tesori d’archivio: (quasi) tutte le matite del mondo

Era il 1977 e Bob Truby, che allora frequentava l’equivalente americano della nostra seconda media, era un appassionato di pencil fighting, cioè combattere a colpi di matita come fosse una spada: vince chi spezza quella dell’avversario (non avevo idea che questa classica stupidata da ragazzini avesse un nome ma ha addirittura una voce su Wikipedia).

La sua Eagle Black Warrior (nome più che mai adatto) vinceva sempre, così Truby cominciò a interessarsi alle matite e a comprarne di diversi produttori, per testarle “in battaglia” così come sui fogli, gettando le basi per quella che poi, negli anni, si è trasformata in un’enorme collezione.

Oggi Truby insegna arte in una scuola superiore dell’Oregon, ha smesso di fendere colpi coi suoi lapis (chissà, però, se ne sequestra ai suoi studenti?) ed è diventato un vero esperto del settore, soprattutto quando anni fa, grazie al web, ha scoperto che nel mondo ci sono altri collezionisti come lui, persino siti che recensiscono matite, e ha cominciato a fare scambi, accumulando esemplari di tutto il pianeta, anche di aziende che non esistono più, e ha modelli che risalgono alla guerra civile americana.

Nel 2005 Truby ha anche fondato un sito, Brand Name Pencils, che è diventato un punto di riferimento per chi colleziona matite e per tutti gli appassionati di cancelleria, catalogando migliaia di esemplari, vecchi e nuovi, prodotti da oltre cento marchi.

Tra le chicche: le matite prodotte da aziende italiane che hanno cessato la produzione, tipo la Fabbrica Italiane Matite di Torino o la Presbitero di Milano, e un marchio russo chiamato Sacco & Vanzetti.

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