Nato a inizio 2016 su idea del giornalista australiano Karl Henkell, Record è l’ideale anello di congiunzione tra una rivista di musica e una di design e arredamento.
Protagonisti, qui, sono musicisti (ma anche dj, producer, conduttori radiofonici) e le loro case: i primi attraverso una serie di interviste, le seconde grazie a servizi fotografici che indugiano su ogni dettaglio, in uno stile libero da ogni tentativo di styling, lontano dunque dall’idea di rendere le cose migliori, più ordinate, più luminose, soprattutto più fasulle di ciò che sono in realtà. Un approccio che ricorda molto quello di una delle più apprezzate e imitate riviste indipendenti, la italo-spagnola Apartamento (in Record, però, ci sono molti più vinili, piatti, sintetizzatori, casse e chitarre).
Uscito i primi di luglio, il terzo numero — finora il più corposo, ben 176 pagine — apre le porte delle case o degli studi di Laraaji, Tako, Honey Dijon, Dimitri from Paris, Justin Strauss, Steve Reich’s ‘Drumming’, Jex Opolis, Jonny Nash, Clara 3000, D.K. e Tornado Wallace.
In allegato al magazine, inoltre, c’è un supplemento di 76 pagine che raccoglie le polaroid scattate dal leggendario dj americano Tim Sweeney agli ospiti del suo longevo programma radiofonico Beats in Space.











