La cosa interessante di Odiseo, oltre al fatto di essere una tra le migliori riviste della nuova ondata di pubblicazioni a tema erotico entrate negli ultimi anni nel mercato dell’editoria indipendente, è che per formato, progetto grafico e copertine (alcune, non tutte), potrebbe benissimo essere scambiata per un trattato di psicanalisi in edizione lusso.
L’ultimo numero, tra l’altro, va ad indagare temi molto cari a psicanalisti, filosofi e sociologi, e cioè il rapporto tra eros e utopia e distopia. Ideale irrealizzabile l’una, incubo deprecabile l’altra, l’utopia si fonda sulla speranza tanto quanto la distopia si basa sulla paura. Entrambe tuttavia muovono dal desiderio — di tendere a un mondo in cui “tutto è come dovrebbe essere” o, al contrario, di mettere in guardia sulle derive di una società.
Odiseo Vol.10 gioca quindi attorno alla metafora, all’incubo, alla sensuale astrazione e, appunto, al desiderio. E lo fa mettendo assieme splendide fotografie, ricerche d’archivio, interviste e testi di approfondimento, spesso vere e proprie perle sperimentali.
Per la prima volta nella storia di questo magazine, ideato e curato dallo spagnolo Folch Studio, la pubblicazione si sviluppa in due volumi, Utopia e Distopia, che ovviamente hanno contenuti differenti e si possono acquistare tutti e due assieme oppure (e questo mi sembra molto più interessante), scegliere qual è il più adatto alla propria visione del mondo. E dell’eros.
