Loghi, insegne, stemmi, etichette. Alcune sono graffiate, scolorite, ammaccate. Altre brillano ancora con la stessa potenza di quando sono state ideate a prodotte.
L’epoca è quella che va più o meno dagli anni ’20 e arriva fino agli anni ’60/70, prima che i computer cominciassero a conquistare il mondo della grafica. Il luogo: gli Stati Uniti, terra delle opportunità… e delle pubblicità.
La maggior parte di quei marchi oggi non esiste più, o ha cambiato nome, logo, modo di comunicare. A raccoglierli e preservarli dall’oblio, un cacciatore di design e di grafiche d’epoca, Bill Rose, in arte Recapturist.
Fotografo e designer, Rose attualmente si occupa di digital marketing. Da circa dieci anni, però, viaggia in lungo e in largo per gli USA in cerca di cittadine dimenticate in cui il tempo si è fermato, mercatini polverosi, antiquari e collezionisti, a caccia di vecchie insegne al neon e di loghi e caratteri tipografici.
Proprio a questi ultimi ha dedicato a una sezione del suo sito e un profilo Instagram con oltre 700 esemplari, molti dei quali sono finiti in un libro intitolato Junk Type, uscito in questi giorni per i tipi di Rizzoli Usa.
192 pagine, più di 400 immagini, il volume non è soltanto una dichiarazione d’amore per un’era ormai passata ma — come scrive lo stesso Rose — «magari anche una fonte d’ispirazione per ciò che verrà dopo».