Ci sono decine di bufale meravigliose che accompagnano e allietano la nostra esistenza. C’è chi le prende sul serio e chi no, c’è chi si inventa complesse spiegazioni para-scientifiche per accreditarle, chi si accontenta di credere, chi si impone invece di screditarle. Alcune sono un’innocua trovata per attirare turisti, su altre si costruiscono teorie sociali o diete salutiste.
Ma vi siete mai chiesti chi le ha inventate?
Eccovi, in ordine sparso, gli autori di 10 bufale fondamentali del nostro tempo.
BUFALA N. 1
Le scie chimiche
L’inventore delle scie chimiche è un americano: Richard Finke. Pur non avendo nessuna esperienza nell’ambito, nel 1997 si mette in società con Larry Wayne Harris titolare di una società che fa consulenze contro gli attacchi terroristici. Per indurre il governo a beneficiare dei loro servizi i due diffondono via internet la notizia di un imminente attacco chimico. Il piano però non funziona.
Finke allora approfitta di un dato diffuso da Aqua-tech Environmental sulla contaminazione delle acque da idrocarburi per elaborare una teoria cospirazionista che invece avrà un successo enorme: gli idrocarburi presenti nell’acqua vengono rilasciati deliberatamente dagli aerei in volo, producendo scie perfettamente visibili da terra.
Due anni dopo, nel 1999, la bufala approda in TV, nel programma televisivo di William Thomas, un giornalista che consacrerà poi parte del suo lavoro a denunciare il complotto delle scie chimiche.
Da allora le scie chimiche sono ritenute responsabili praticamente di tutto: attraverso la diffusione di batteri, pesticidi e di non meglio specificati agenti patogeni sarebbero causa del cancro, di impotenza, del sempre più diffuso sovrappeso, di allergie e malattie respiratorie, senza contare il filone meteo-cospirazionista, che accusa le scie di causare cambiamenti climatici. Dai terremoti alle alluvioni è tutta colpa delle scie chimiche.
Poiché la scienza ha spiegato il principio fisico per il quale si generano le scie degli aerei, la versione più recente della bufala prevede che ora gli aerei rilascino scie invisibili.
BUFALA N. 2
La medicina Hameriana
Nel 1978 il figlio diciannovenne del medico tedesco Ryke Hamer, in vacanza in Corsica, viene colpito da un proiettile di fucile sparato da uno yatch, dall’ex principe ereditario Vittorio Emanuele di Savoia. A causa del ritardo nei soccorsi la gamba del giovane va in cancrena. Il ragazzo morirà dopo quattro mesi di coma.
Mesi dopo ad Hamer viene diagnosticato un carcinoma a un testicolo, che viene asportato.
L’episodio però gli suggerisce una teoria che sarà il fondamento di quella che si chiamerà poi Nuova Medicina Germanica, secondo cui le malattie sono causate da traumi che portano a conflitti biologici, per cui per guarire non bisogna curarsi, ma risolvere questi conflitti.
Il medico battezza la sua ipotesi sindrome di Dirk Hamer, in omaggio al figlio.
Quando anche la moglie si ammala di cancro, diventerà la prima paziente della nuova medicina Hameriana. Morirà di attacco cardiaco. Perché non aveva risolto il suo conflitto.
In seguito Hamer subisce innumerevoli processi, viene incarcerato più volte e screditato da ogni ordine medico. Esemplare il caso Olivia Pilhar (1995), una bambina austriaca di 6 anni con un tumore maligno al rene. Quando i medici parlano di chemioterapia, i genitori preferiscono rivolgersi ad Hamer che nel frattempo non potendo più esercitare la professione medica in Austria e Germania aveva ripiegato in Spagna. Il medico stabilisce rapidamente la sua diagnosi: il tumore sarebbe dovuto a un conflitto con la nonna, che le dava da mangiare troppe cotolette.
La bambina sarà salvata dalla medicina ordinaria, ma altri non saranno così fortunati.
Le vittime attribuite ad Hamer si stimano nell’ordine delle centinaia. Le sue teorie farlocche prendono piede però e sono sempre di più a credere che le metastasi siano solo un’invenzione dei medici o che il diabete è causato dal disgusto per il pene (ma solo nelle donne mancine).
BUFALA N. 3
I cerchi nel grano
I cerchi nel grano cominciano a comparire all’inizio degli anni ottanta, in Inghilterra.
È il Wiltshire Times, uno dei primi giornali ad occuparsene, a battezzarli crop circles.
Dopo qualche tempo i crop circles dilagano ovunque nel mondo, e con essi la teoria che i cerchi misteriosi siano legati ad atterraggi di UFO. Sempre più spesso in seguito, l’apparizione di nuovi pittogrammi sarà associata all’avvistamento di strane luci notturne.
Nel 1991 due anziani inglesi, Doug Bower e Dave Chorley, confessano di essere gli autori dei primi tre cerchi che originarono il fenomeno mondiale. Si sarebbero ispirati a un caso analogo di cui avevano letto sul giornale, e capitato in Australia nel 1966. A dimostrazione di quanto semplice sia, ne creano uno davanti a un gruppo di giornalisti, utilizzando esclusivamente funi e cavi elettrici, e impiegando circa un’ora.
I sostenitori della teoria aliena sostengono però che i due vecchietti non avrebbero potuto disegnare tutti i pittogrammi apparsi nei decenni, il che, escludendo la più ovvia spiegazione di un esercito di imitatori dei due buontemponi, lascia la strada a un’unica ipotesi plausibile:
popoli alieni visitano regolarmente il nostro pianeta al solo scopo di fare disegni scrausi nei nostri campi di grano.
BUFALA N. 4
I vaccini che fanno diventare i bambini autistici
È una delle bufale preferite delle mamme. Ne è autore il medico britannico Andrew Wakefield che nel 1998 pubblica un articolo sulla rivista Lancet, in cui afferma di aver dimostrato una relazione tra il vaccino trivalente (morbillo, parotite e rosolia) e l’autismo.
Lo studio di Wakefield viene effettuato su un campione di bambini abbastanza ridotto, 12, ma questo basta per stuzzicare i media e a diffondere il panico da vaccino. Come poi si scoprirà qualche tempo dopo, lo studio di Wakefield era stato finanziato da un avvocato che intendeva patrocinare cause milionarie contro le aziende produttrici del vaccino trivalente e che il medico aveva alterato i risultati del test per accreditare la sua teoria. Si scoprirà anche che Wakefield possedeva il brevetto per tre singoli vaccini, per vendere i quali aveva però bisogno di screditare l’uso del trivalente.
Epilogo: la rivista Lancet ritirò lo studio, Wakefield fu indagato dalla giustizia inglese per frode sanitaria ma, che mi risulti, non fu mai condannato. Venne comunque espulso dall’ordine dei medici, cosa che lo consacrò automaticamente a guru della medicina alternativa per migliaia di creduloni.
BUFALA N. 5
La sacra Sindone
La Sacra Sindone appartiene a una partita di reliquie artefatte che vengono portate in Europa dalle crociate in Terra Santa intorno al 1200. Ne fanno parte svariati lenzuoli che avrebbero avvolto il corpo di Gesù (tutti pezzi unici), come anche altri souvenir decisamente gore, come il latte della Vergine Maria e i prepuzi (sì, al plurale) di Gesù Cristo.
Di questi souvenir kitsch viene fatta pulizia, ma la Sacra Sindone, scelta tra le meglio riuscite, scampa alla distruzione.
Nel 1353 il cavaliere Geoffroy di Charny ne fa la prima ostensione in una chiesetta che ha fatto costruire appositamente, e che attira molti pellegrini, e soprattutto molte offerte.
Nel 1389, è il figlio di Geoffroy ad esporre la sacra reliquia contrariando il vescovo di Troyes che si rivolge all’antipapa Clemente VII sollevando dubbi sull’autenticità del lenzuolo (che, vero o falso che sia, sottrae pellegrini alla cattedrale di Troyes).
Il vescovo ottiene dall’antipapa una bolla che ne autorizza l’ostensione ma che impone di dichiarare che si tratta di un dipinto, perché venga a cessare ogni frode basata sulla sua autenticità. Nei decenni successivi il lenzuolo passa più volte di mano. Nel 1453 viene venduto ai duchi di Savoia che la custodiranno a Chambéry fino al 1562, quando il lenzuolo viene spostato a Torino.
Da allora, esposta regolarmente, la sindone attira gonzi da ogni parte del globo che fanno ore di fila per poterla vedere anche solo da lontano e poi comprare tante cartoline.
Peccato che non abbiano conservato anche i prepuzi di Gesù Cristo.
BUFALA N. 6
Il bicarbonato che cura il cancro
Il fisiologo tedesco Otto Heinrich Warburg, vincitore nel 1931 del premio Nobel per la medicina per le sue scoperte sul metabolismo dei tumori, scoprì quello da lui prende il nome di effetto Warburg. Si tratta di un aumento del consumo di glucosio indotto nei tessuti colpiti dal tumore, un fenomeno chiamato glicolisi. La glicolisi produce energia, lasciando come scorie però sostanze acide. Come scopriranno altri studiosi in seguito, l’ambiente acido favorirebbe il proliferare dei tumori. Ciò suggerì che un ambiente alcalino, sarebbe stato allora sfavorevole allo svilupparsi dei tumori.
Sebbene interessante, la teoria non trova però conferma e viene accantonata già negli anni cinquanta. Nel frattempo però, più di 50 anni dopo, proliferano i ciarlatani della medicina alternativa e facilona, che saggiamente eleggono il bicarbonato a sostanza in grado di prevenire e addirittura curare i tumori. Basta mandarlo giù a cucchiaiate.
BUFALA N. 7
Bigfoot
Il bigfoot, chiamato anche sasquatch, è una creatura a metà tra uomo e scimmia che appartiene al folklore del Nord America, di cui popolerebbe le foreste. Alto tra i 2 e i 3 metri l’ominide sarebbe un anello mancante nell’evoluzione umana.
Nel 1967 il documentarista dilettante Roger Patterson e l’amico Bob Gimlin, filmano nei pressi del fiume Bluff Creek una creatura dal folto pelo nero-grigio che si aggira tra la vegetazione. Il filmato dura una ventina di secondi ed è sfocato, ma per alcuni è la prova indiscutibile dell’esistenza della mitica creatura. Nel suo libro confessione The Making of Bigfoot del 2004 Bob Heironimus afferma di essere lui ad apparire nel video del 1967, vestito da gorilla. Il costume era stato fabbricato da un certo Philip Morris, specialista di costumi e venduto a Roger Patterson per 435 $. Patterson gliene avrebbe pagati altri 1000 per interpretare il ruolo dell’uomo gorilla nel filmato che lo avrebbe portato agli onori di cronaca. Patterson sosterrà però fino alla morte l’autenticità del filmato.
Da allora gli avvistamenti di questo timido mostro, la cui esistenza non è mai stata provata, si sono moltiplicati, così come i gadget kitsch ad esso ispirati.
BUFALA N. 8
La teoria del gender
Alla una Conferenza mondiale sulle donne di Pechino del 1995, la biologa Anne Fausto-Sterling pubblica sulla rivista The Sciences un articolo in cui con il quale intende suscitare un dibattito sulla prassi di assegnare arbitrariamente ai neonati uno dei due sessi “convenzionali”, praticando interventi chirurgici alla nascita che di fatto negano l’esistenza di altri tre dimorfismi sessuali, comunemente classificati, ovvero: herm1, merm2 e ferm3.
L’articolo suscita un’animata discussione sulla quale due anni più tardi, la giornalista e attivista cattolica americana Dale O’Leary, appartenente all’Opus Dei, costruisce una tesi cospirazionista, che sarà il tema centrale del suo libro The Gender Agenda: Redifining Equality, secondo cui sarebbe in atto un complotto gender, per scardinare i fondamenti della famiglia tradizionale. Tutta la teoria si basa sull’errata lettura dell’articolo della Sterling e su una successiva errata interpretazione della parola gender, il cui senso si riassume con:
Attenzione! C’è un complotto gay per far diventare i vostri figli ricchioni!
Per quanto ridicola la teoria prende piede nelle comunità cattoliche e si diffonde anche in Europa dove adesso i sindaci, per darsi un’aria indaffarata, compilano liste di libri per bambini da ritirare dalle biblioteche, senza mai, ovviamente, averne letto uno. Ma per quello stanno formando un apposito comitato di esperti.
BUFALA N. 9
La dieta del gruppo sanguigno
L’ideatore di questo originale stile alimentare è il naturopata americano James D’Adamo che nel 1957 elabora una dieta che, basandosi sui gruppi sanguigni, di fatto si compone di quattro varianti.
Secondo la sua teoria, chi appartiene al gruppo 0, ritenuto il più antico, dovrebbe mangiare carne e alimenti proteici, come i nostri progenitori cacciatori; chi appartiene al gruppo A dovrebbe invece seguire una dieta vegetariana, come i primi uomini che 10 mila anni fa cominciarono a dedicarsi all’agricoltura. I discendenti dei nomadi che 15 mila anni fa lasciarono l’Africa per popolare il Mediterraneo e il Medio Oriente, rappresentati dal gruppo B, dovrebbero invece prediligere latte, latticini, uova. Infine, gli appartenenti al gruppo sanguigno AB, quello comparso più di recente, dovrebbero seguire un regime alimentare misto di A e B. Questa dieta assicurerebbe ovviamente lunga vita e l’esenzione da ogni malattia.
Incurante dell’inconsistenza scientifica della sua teoria, D’Adamo ha fatto proseliti in tutto il mondo che, altrettanto incuranti, ammorbano le cene degli amici ogni volta che questa dieta torna di moda.
BUFALA N. 10
Il mostro di Lochness
Nel 1933 il giornale inglese Daily Mail invia l’esploratore Marmaduke Wetherell a Lochness a verificare l’esistenza di un leggendario mostro che nuoterebbe nelle acque del lago scozzese fin dal seicento. L’esploratore ha un’inaspettata fortuna: tempo un paio di giorni e trova delle enormi impronte in riva al lago. Ne prende un calco e torna a Londra dove viene accolto come un eroe: non ha visto il mostro ma ne ha provato l’esistenza!
La gloria di Marmaduke però dura poco. Il museo di Storia Naturale infatti, dopo aver analizzato le impronte, dichiara trattarsi di orme di un comune ippopotamo.
Ma come avrebbe fatto un ippopotamo a lasciare le sue impronte sulle rive di un lago scozzese? Semplice: all’epoca gli inglesi usano zampe di elefante e d’ippopotamo come portaombrelli. Sbeffeggiato da tutti, l’esploratore scompare ma l’anno dopo, nel 1934, nei pressi di Invermoriston Robert Kenneth Wilson e l’amico Maurice Chambers scattano una foto che finisce sulla prima pagina dello Scottish Daily Record. È la foto di una creatura gigantesca che il medico avrebbe visto emergere dalle acque del lago.
Ci vorranno 60 anni prima che la foto venga definitivamente dichiarata un falso. Era stato il genero di Marmaduke, Christian Spurling, amico di Wilson, a modellare la silhouette del mostro in plastilina, per vendicare l’onore di ferito di Wetherell. Seppur sconfessata la prova di quella foto, Nessie non ha smesso di attirare ricercatori e curiosi. Infinito è il numero di foto scattate in seguito. Tutte rigorosamente sfocate.