1. Su un blocchetto di acciaio opportunamente lavorato e sagomato si disegna la lettera (o il numero, il simbolo, la punteggiatura), rovesciata orizzontalmente;
2. Si incide il blocchetto, chiamato punzone, in modo che la lettera sia in rilievo;
3. Il punzone viene battuto su un altro blocchetto, stavolta di rame, la matrice, su cui la lettera (o il numero, ecc.) rimane impressa dal verso giusto;
4. La matrice viene messa “a faccia in su” in un stampo regolabile, la forma, e ci si versa sopra la lega tipografica, composta di stagno, antimonio e piombo in parti variabili;
5. Il blocchetto metallico che ne esce fuori è il carattere, che poi va limato e levigato;
6. Ripetere l’operazione per tutte le lettere necessarie, maiuscole e minuscole, eventualmente anche corsive, i simboli, i numeri, nelle dimensioni e per le famiglie di caratteri richieste.
In pratica un lavoraccio, che pian piano scomparve con l’introduzione di più moderne tecniche di stampa.
Di filmati d’epoca che mostrano i punchcutters, i punzonisti, gli incisori di caratteri mobili, ce ne sono paradossalmente pochissimi. Paradossalmente perché è molto più facile imbattersi in video girati di recente, in piena era di nostalgia e di recupero delle quasi perdute arti tipografiche tradizionali.
Quello che puoi vedere qua sopra, è uno dei rari documentari realizzati mentre un mastro punzonista eseguiva il suo lavoro, girato nel 1957 dal grande designer canadese Carl Dair in Olanda, presso la fonderia tipografica Joh. Enschedé en Zonen, dove Dair era andato per imparare a incidere caratteri mobili da un vero maestro di quest’arte, P.H. Rädisch.
Il filmato, originariamente girato in 16mm e senza audio, dove si vede Rädisch lavorare a tutte le fasi della creazione di una lettera, in questo caso la P, è stato praticamente ignorato per decenni, per poi rispuntar fuori per una serie di fortunate coincidenze e alla fine si è deciso di restaurarlo, con il supporto di un colosso del settore come Monotype.
La pellicola originale è stata rimontata eliminando le parti non necessarie e le immagini vengono spiegate passo passo da Matthew Carter, pluripremiato type designer inglese, mentre l’introduzione, che racconta la storia del documentario, è affidata a Rod McDonald — storico della tipografia, docente e designer di font.
Da notare anche che il procedimento mostrato dal maestro punzonista Rädisch al suo studente d’eccezione Dair nel ’57 è comunque più moderno rispetto alla versione “arcaica” splendidamente raccontata, sempre per immagini (e suoni d’ambiente ad alto potenziale narrativo), da un altro ipnotico video, stavolta recentissimo.
Si intitola The Last Punchcutter ed è stato realizzato da Giorgio Affanni e Gabriele Chiapparini per lo straordinario progetto Griffo – La grande festa delle lettere, che va già avanti da due anni e proseguirà ancora per due, con una serie di iniziative ed eventi che celebrano il cinquecentenario dell’incisore bolognese Francesco Griffo.
Protagonista del filmato (che puoi vedere qua sotto) è Giuseppe Brachino, ex capo-punzonista della Società Nebiolo di Torino, uno degli ultimi maestri rimasti.