Se c’è ancora chi non si sogna minimamente di prenderti sul serio quando ti chiedono che lavoro fai e rispondi «il graphic designer»—tipo così—e se la professione è molto cambiata da quando i computer e si software sono entrati prepotentemente sulle scrivanie di chi fa grafica, resta un grande interrogativo, e non soltanto tra i non addetti ai lavori, i babbani: chi è, oggi, il graphic designer?
Se lo sono chiesto pure quelli di GraphicDesign& (che com’è evidente dal nome sono molto interessati alla questione), una piccola casa editrice indipendente inglese che ha passato buona parte dello scorso anno a inviare un ricchissimo questionario a quasi 2000 professionisti (1988, per la precisione) di base nel Regno Unito e negli Stati Uniti.
Le domande del questionario—realizzato in collaborazione con la sociologa Nikandre Kopcke—affrontavano i temi più disparati, dalla paga alle ore di lavoro effettuate, dal colore preferito (il blu—che per altri motivi in questi giorni è il più gettonato sui media online e non) alla caldissima questione “gender”, e i risultati sono poi stati semplificati grazie a un sapiente uso dei caratteri tipografici e delle infografiche e infine raccolti in un volume di quasi 500 pagine intitolato Graphic Designers Surveyed.