Della lunga tradizione (soprattutto) meridionale del marchiare il pane fatto in casa in modo da riconoscerlo al momento di ritirarlo dal forno del paese—che fino a qualche decennio fa era un forno comune, utilizzato da tutti—ha già raccontato la mia socia Francesca parlando di Madre Pane, un bel progetto di rivisitazione delle proprie radici realizzato da un designer di Matera, città in cui quest’abitudine era particolarmente diffusa.
Sullo stesso solco del recupero storico e della reinterpretazione in chiave contemporanea va ora a inserirsi anche Matrix, un timbro per il pane fatto a mano da un altro designer/artigiano materano, Tommaso Schiuma, che ha deciso di giocare sul concetto di “matrice” e—attraverso 16 listelli in legno riposizionabili—permettere al timbro, pensato per essere utilizzato con il comune inchiostro, di comporre tutte le lettere dell’alfabeto e inventarsi pattern e simboli.
Tra l’altro Tommaso suggerisce per il suo timbro (che si può acquistare online) anche un uso alternativo ma anche questo tipico degli usi e costumi locali: «il timbro del pane era anche utilizzato come pegno d’amore», racconta, «offerto dal pretendente alla donna amata, da lei conservato se consenziente, o restituito per respingere la richiesta di fidanzamento. In alcuni casi il timbro poteva anche essere regalato a qualcuno in segno di rispetto».