
Sono di qualche settimana fa gli eventi di un venerdì sera che si ricorderà per anni quale monumento all’incertezza del tempo in cui viviamo. Al sangue del Bataclan e alla paura dello Stadio di Francia, sono subito seguiti i commenti di tutto il mondo, compresi alcuni particolarmente scomposti qui a casa nostra.
Mi devono scusare i #frizzantissimi tutti, e il #frizzardone prendersi la responsabilità di ospitarmi su queste pagine, perché per l’occasione ho tirato fuori dal cassetto un bisticcio che avevo messo da parte anni fa: errare.
Perché lo misi da parte? Perché uno dei significati di quel verbo è una delle cose più importanti per la specie umana: muoversi, spostarsi, migrare. Spinta da motivi naturali, sociali, economici, la specie umana è sopravvissuta e si è evoluta muovendosi in giro per il globo terracqueo, e nessuno su questo può mettere becco (dove con becco intendo il maschio adulto della capra, ovviamente).
Mi sembrava dunque di non dover scherzare sulla cosa. Di dovermelo tener stretto quel verbo, magari ritornando alla lettura di Razza o pregiudizio? del grandissimo Luigi Luca Cavalli Sforza senza indugiare in altri commenti.

Poi l’ennesima decina di matti scatenati a sparare sulla folla, nel caso specifico in nome di Allah. E altri che urlano insulti dalle prime pagine dei giornali, piuttosto che personaggi secondo cui bisogna chiudere le frontiere e mettere “prima gli italiani”. Già, è questo il prodotto che va per la maggiore oggi, è questa la cosa più pop. E dunque su questo, che è un magazine online di cultura pop, dovete buscarvi la mia predica.
Che cerco però di concludere in fretta: errare, cari noi è di vitale importanza. E attenzione che poter sbagliare è importante tanto quanto potersi muovere.
E se vi sembra che non ci sia una direzione da seguire, o una verità per decidere se state facendo la cosa giusta, non crucciatevi per darvi una risposta in fretta: l’importante è continuare a potersi muovere, e a poter sbagliare, mentre l’umanità assieme a noi percorre quello che è il suo unico percorso possibile.
Quella cosa senza specifica direzione, né verità, che è appunto la Storia.
P.S.
Questo bisticcio si trova a casa di (quasi) nuovi amici, che tra le tante cose ne fanno due che non potete perdere: accorgitene, per lucida profondità, e rebussini stupidini, per lucida leggerezza.

