4mq di Endorfina: photo recap della mostra di illustrazioni, oggetti e ibridi di Marta Iorio

Prima di scrivere questo libro curioso e indiscreto, cangiante come gli specchi d’acqua di cui si parla nelle sue pagine, Charles Sprawson ha compiuto una nuova impresa natatoria: l’attraversamento dei Dardanelli sulla scia di Leandro, che ogni notte raggiungeva l’amata sull’altra riva dell’Ellesponto. Nel nuoto, nei tuffi, nei corpi nudi immersi nell’acqua, nel richiamo irresistibile degli abissi Sprawson rincorre non solo la storia di uno sport antichissimo e il significato che le diverse culture hanno attribuito all’acqua, ma soprattutto il gioco mutevole e sensuale delle citazioni da autori di tutti i tempi e paesi (che possono essere Swinburne, Omero, Fitzgerald, Byron, Poe, Mishima, ma anche i film della Riefenstahl, di Vigo e la grande tradizione hollywoodiana del musical), molti dei quali trovavano nelle scene acquatiche vissute o rievocate la realizzazione del loro ideale di erotismo.

Il testo è tratto dal risvolto di copertina de L’ombra del massaggiatore nero — Il nuotatore, questo eroe, un libro ibrido—né saggio, né romanzo—scritto negli anni ’90 da Charles Sprawson, commerciante d’arte britannico e appassionato nuotatore, che dopo questa bizzarra creatura ha “appeso la penna al chiodo”.

È qui, tra le pagine del volume, che Marta Iorio ha letto per la prima volta di Annette Kellermann, l’atleta/attrice/sirena che è poi diventata (come ho già raccontato qualche giorno fa) la protagonista di questa mostra—ibrida come il libro—intitolata 4mq di Endorfina e in esposizione fino al prossimo 13 dicembre presso Accà Vineria, in centro a Bologna.

«Ho letto e amato L’ombra del massaggiatore nero», mi ha raccontato Marta la sera dell’inaugurazione (ovviamente facendomi venir voglia di approfondire, quindi cercherò di comprarne una copia quanto prima). «Sono affascinata dall’atto fisico, non tanto in senso “sportivo” quanto piuttosto relativo al superamento di un limite», ha aggiunto.

E se Charles Sprawson ha dedicato alla Kellermann giusto un paio di paginette, Marta è rimasta in qualche modo folgorata dal personaggio e ha cominciato a cercare informazioni su di lei, decisa a tirarne fuori una storia illustrata che non è detto che vedrà mai la luce, ma che nel frattempo ha contaminato tutta la recente produzione dell’artista, dai lavori fatti su piatti e oggetti vintage, ai quaderni frutto del workshop realizzato a Palermo in collaborazione con Edizioni Precarie, durante il quale, racconta lei, «abbiamo lavorato creando pattern con verdure e prodotti locali ma alla fine quel che ne è uscito è il tema del nuoto».

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