Tedesco, classe 1982, fondatore e direttore creativo dell’agenzia optik studio, di base a Düsseldorf, Jens Müller è anche un esperto e collezionista di logo. Come si collezionano i logo? Andando a ricercarne la storia e le origini, che se per alcuni sono ben documentati, per altri c’è bisogno di una ricerca incredibile, tanto che Müller ci ha messo ben sette anni di lavoro per tirar fuori un libro come Logo Modernism, che raccoglie oltre 6000 logo realizzati nel corso di cinque decadi, dagli anni ’40 agli anni ’80.
Un ventaglio temporale scelto tutt’altro che a caso. Müller, come ha dichiarato a Wired, durante la fase di ricerca si è imbattuto in una serie di costanti, che l’hanno poi portato a identificare uno schema generale—di chiara impronta modernista—da cui ha addirittura tirato fuori tre regole, che in molti casi valgono ancora oggi: la prima è che il logo deve “funzionare” bene anche in bianco e nero; la seconda è che dev’essere semplice quanto basta per poter essere disegnato a mano; la terza è che si basa su forme geometriche.
Il libro, realizzato in collaborazione con R. Roger Remington — designer e docente americano — e pubblicato da Taschen, arriva a oltre 400 pagine, in cui le “prede” di Müller, i logo, vengono prima divisi in tre macro-categorie (geometrici, tipografici, a “effetto”) e a loro volta in sotto-categorie (con forme animali, linee, punti, frecce, cerchi, quadrati, lettere dell’alfabeto, sovrapposizioni, strutture 3D, frutto di rotazione degli elementi…), accompagnati poi da piccoli saggi scritti sia da Müller che da Remington.
Un volume preziosissimo, quindi, sia per chi progetta logo oggi sia per chi vuole immergersi nella storia dell’epoca d’oro dei marchi commerciali—tra l’altro dentro ce ne sono anche tanti italiani.