Tra non molto il termine “topi di biblioteca” andrà aggiornato con “topi d’archive”. Non si tratta di un refuso: Archive.org è infatti il più mastodontico progetto no-profit che da quasi vent’anni sta archiviando tutto l’archiviabile di quanto disponibile in formato digitale, per evitare il verificarsi di un paradosso, e cioè che ciò che viene pubblicato in forma di bit, dunque senza alcun supporto fisico, scompaia nel nulla, al contrario dei libri cartacei (archiviati nelle biblioteca), dei giornali (emeroteche), delle pellicole (cineteche).
Gli immensi archivi di Archive.org, pieni di video che vanno da interi film liberi da copyright (tra cui svariate pietre miliari della storia del cinema) a pubblicità televisive degli anni ’50, decine di migliaia di riprese di concerti musicali, più di 2 milioni di tracce audio e oltre 7 milioni di testi.
Il fatto che chiunque possa diventare un “bibliotecario” e caricare materiale ovviamente pone il problema di un’enorme massa di spazzatura e soprattutto di un sistema di archiviazione tutt’altro che rigido che complica, e non poco, la fase di ricerca.
Ciò non toglie, però, che tra tanta robaccia si possano trovare vere perle, tra antichi manoscritti e gioiellini di grafica vintage come ad esempio parte di un vecchio libro di metà anni ’70 sui loghi, di cui mostro qua qualche immagine ma che è liberamente consultabile online o scaricabile in molteplici formati.