Se lavorare sul design grafico di una rivista è già di per sé un’impresa titanica, farlo per una rivista che tratta di… grafica sfiora i confini del miracolo: il tuo lettore medio, infatti, fa il tuo stesso mestiere (o giù di lì), usa il tuo stesso sistema di riferimenti, ha studiato pressappoco le stesse cose e in sostanza è lì che ti aspetta al varco, valutando margini e cornici, griglie e uso degli spazi bianchi, schemi colore e scelta dei font, accontentandosi appunto solo di un miracolo, in caso contrario gridando al fallimento (le classiche “voci di corridoio” che poi girano tra gli addetti ai lavori che—come in ogni settore—si sorridono con cordialità in pubblico poi si abbassano a ogni sorta di malignità in privato).
Ma nella lunga e gloriosa storia dell’editoria periodica di miracoli, nel campo delle riviste di grafiche, ce ne sono stati eccome. Almeno un centinaio, a giudicare da un volume intitolato 100 Classic Graphic Design Journals, che raccoglie sia testate storiche (comprese quelle durate pochi anni ma che hanno rivoluzionato il panorama, come Campo Grafico, fondata nel ’33 da Attilio Rossi e chiusa nel ’39, e Neue Grafik, tra l’altro recentemente ristampata in un cofanetto che comprende tutti i numeri usciti dal ’58 al ’65) che nuove realtà, arrivando a comprendere anche magazine sulle arti tipografiche e pubblicità (tra cui La pubblicità d’Italia, periodico ufficiale fascista).
In uscita il prossimo 27 maggio per l’editore inglese Laurence King—ma su Amazon si può già prenotare—il libro è stato curato da Jason Godfrey e Steven Heller già autori, sempre per lo stesso editore, dell’altrettanto interessante Bibliographic: 100 Classic Graphic Design Books, nel quale esaminavano i volumi fondamentali per la biblioteca di ogni graphic designer.