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Architetto, urbanista, incisore, designer, nonché fondatore di svariate riviste d’architettura, Giovanni Michelucci fu uno dei protagonisti della vita culturale italiana del Novecento, secolo che attraversò praticamente dal principio alla fine in una sorta di percorso circolare nel tempo e nello spazio, che lo portò da Pistoia, dove nacque nel 1891 in una famiglia di industriali del ferro, attraverso l’Italia della prima e della seconda guerra mondiale, della ricostruzione e del boom economico, degli anni di piombo e infine dell’edonismo degli anni ’80, per poi tornare nella sua Toscana, a Fiesole, a pochi chilometri da Pistoia, nella casa-studio dove morì il 31 dicembre del 1990, due giorni prima di passare il traguardo dei 100 anni.

Durante tutta la sua carriera Michelucci progettò edifici pubblici e privati, chiese, sedi di grandi banche e di ministeri, cittadelle universitarie, musei. Sua la stazione di Santa Maria Novella a Firenze, caposaldo del razionalismo italiano, e sua anche la chiesa di Longarone—paese travolto durante il disastro del Vajont e poi ricostruito tra molte polemiche—che celebra la rinascita dopo la morte.

Nei primi anni ’70, durante i lavori di progettazione di una villa privata, l’architetto incontrò Sergio Fantacci, anche lui pistoiese e fondatore, negli anni ’50, dell’omonima—ormai storica—falegnameria. Oltre alla villa, infatti, Michelucci progettò anche gli interni, che vennero realizzati dalla Fantacci e che segnarono l’inizio di un’intensa collaborazione tra Giovanni Michelucci e Sergio Fantacci. Una collaborazione piuttosto insolita in un’epoca in cui solitamente il progettista, appunto, progettava e l’artigiano eseguiva: l’architetto e il falegname infatti lavorarono letteralmente a quattro mani, influenzandosi a vicenda e realizzando una serie di pezzi d’arredo di altissima qualità ma dall’estetica “democratica”, in cui era la forma ad adattarsi alla funzione e non viceversa.

Su Michelucci e sulla collaborazione con Fantacci ci sarebbe ancora tantissimo da dire e soprattutto da scoprire. Per questo domani, insieme al nuovo progetto Archivio, col quale stiamo collaborando, faremo visita alla Fondazione Michelucci, documentando in tempo reale la nostra esplorazione su Twitter ed Instagram (@frizzifrizzi e @archiviostore) .
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