Bisticci | Passare

Bisticci | Passare

Chi, vedendo i primi articoli di questa mia rubrica, avesse pensato che la cosa fosse un tantino teorica, beh si sbagliava della grossa.

Questo perché, a parte l’espressione della grossa che non sono certo appartenga all’italiano corretto, avrei potuto partire direttamente dalle enantiosemie, ovvero quel sottoinsieme dei bisticci, in cui si usa una parola che non solo ha due significati, ma essi sono addirittura opposti!

L’esempio più classico è quello, risolto dall’inglese con i termini host e guest, della parola ospite, la quale indica sia la persona che ospita che quella ospitata. Da questo punto di vista capite bene che, dopo tre giorni, si può anche dire al proprio ospite che puzza, ma il rischio è quello di trovarsi sbattuti fuori di casa in men che non si dica.

Io di enantiosemie, rispetto a quelle elencate da wikipedia, ne ho scoperte alcune (le aggiungerò a quell’elenco solo dopo la pubblicazione su FrizziFrizzi, per non rovinarvi la sorpresa), la prima di queste è passare. E non ditemi che non ve ne eravate accorti, con tutte quelle discussioni su facebook riguardo al partecipare o meno a una serata, quando i vari amici rispondono “io passo“, che c’è sempre chi fa confusione e non capisce se la persona di turno intenda effettivamente passare per un saluto oppure passare la mano, dunque non venire.

Non a caso regalo questo bisticcio, della categoria superteorica delle enantiosemie, ai carissimi amici dell’ARCI L’Impegno, che hanno organizzato un bellissimo festival musicale gratuito per l’ultimo week end di giugno.

Si tratta di Sereno a Milano, voi a sto giro che fate? Passate?

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