Fuorisalone: Flower Table Perrier-Jouët

Non capita tutti i giorni di poter assaggiare una serie di prelibatezze preparate da un tre stelle Michelin abbinate a tre champagne di altissimo livello su un tavolo progettato da un celebre designer.
Se non è un’Esperienza (ne parlavo giusto qualche post fa), con la E maiuscola, questa…

Arrivato alla presentazione del Flower Table Perrier-Jouët dopo una giornata intensa, con lo stomaco pieno solo di assaggini, cibo spazzatura, cocktail vari e fumo di sigaretta non mi pare vero di potermi rilassare un po’ in mezzo a bottiglie di champagne, arredi floreali, atmosfera elegante ma al tempo stesso molto easy.

Dopo aver ammirato l’ottimo francese del mio amico Gabriele di Bobos – alle prese con una duplice intervista ad un lanciatissimo Noé Duchaufour-Lawrance, celebre designer francese e creatore di quel capolavoro che è il Flower Table (vedi foto sopra) e ad una disponibilissima Anne-Sophie Pic, prima donna tre stelle Michelin – arriva il momento per il quale ogni blogger si sente ricompensato per le lunghe notti passate davanti al computer, per essere sempre online, pronto e attivo, per il non aver orari e fine settimana che tengano.

Il reportage continua dopo il salto

Immerse nel ghiaccio, ci aspettano tre bottiglie: Belle Epoque Blanc de Blancs 2000, Belle Epoque 2002 e Belle Epoque Rosé 2002.
Arriva il vassoio con le mini-portate preparate da Anne-Sophie Pic (dopo averla ascoltata parlare di cucina, di vini, di ispirazioni, con due occhi pieni di passione per il suo lavoro, sono curiosissimo di assaggiare).

Prima tappa: perla di foie gras con limone Sudachi e perla di parmigiano e pepe di Sechuan.
Champagne: Belle Epoque Blanc de Blancs 2000.
Voto: *****
Il foie gras esplode in bocca, poi arriva il limone che accende la seconda miccia. Un sorso di champagne e partono i fuochi d’artificio.
La perla di parmigiano scoppia più lentamente e scende giù accarezzandoti i sensi. Il pepe ti ricorda i fuochi d’artificio di poco prima e ti guardi lo spettacolo finendo il Blanc de Blancs.

Seconda tappa: marshmallow e noci, Melba Toast con lardo di Colonnata e formaggio Comté.
Champagne: Belle Epoque 2002
Voto: ****
Il marshmallow con le noci accende un punto interrogativo. Non cogli subito: la noce è prepotente e prima di sentire anche il marshmellow devi assaggiare il Belle Epoque 2002, che fa da collante per il Melba Toast, che è croccante ed ha qualcosa di casalingo. Come sentire il sapore di casa, ricreato da qualcuno che non conosce te, né tua madre ma che ci ha indovinato alla grande come ti avesse spiato dalla finestra per anni.

Terza tappa: salmone vanigliato e mela Granny Smith, macaron e barbabietola rossa.
Champagne: Belle Epoque Rosé 2002.
Voto: *****
Dopo il toast, rassicurante, il salmone ti dà una bella spintarella giù per la discesa. Ti ricorda che il sushi che mangi di solito sta a questo come un piatto di pasta scotta con il ketchup sta ad un piatto di spaghetti con pomodoro e basilico preparato da Anna Coppola – amica di famiglia – con gli ingredienti del suo orto in provincia di Salerno.
Il rosé è come un direttore d’orchestra: alza in alto la bacchetta e si comincia con il concerto. Il macaron è un tripudio (adoro la barbabietola). Vorrei andare di là a cercare Anne-Sophie Pic e convincerla a prepararmente un sacchetto per il viaggio di ritorno. Ma non si fa, non si fa. Non si fa, continuo a ripetermi come un mantra per dimenticare il sapore del macaron e vivere felice il resto della vita, sapendo che difficilmente ne mangerò un altro.

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