Per la terza volta lo Iuav, e più precisamente il Corso di Laurea in Design della Moda diretto da Maria Luisa Frisa, ha dato una scossa a quelle farfalle che, a periodi alterni, si addormentano nel mio stomaco. Annuncio il loro ennesimo risveglio, grazie a Collecting::Connecting 3!
Questo Corso di Laurea, e tutti gli eventi che durante l’anno ci girano vorticosamente attorno, ha saputo nel tempo darmi tante altre emozioni: dall’ansia vissuta indirettamente per cari amici che si confrontavano con progetti apparentemente impossibili ma che, in qualche modo, hanno portato a termine, alle notti in piedi per consolarne altri che volevano gettare una spugna che, in realtà, non ha mai visto il pavimento, al primo amore (quel corso ha sfornato anche quello) ed a nuove e ben consolidate amicizie che spero di poter portare avanti per molto.
Credo che l’introduzione sia durata abbastanza ed ora è il caso di fare i più sentiti complimenti a tutte quelle giovani e nuove menti creative che giovedì scorso hanno portato le loro collezioni sul palco del Teatro Comunale di Treviso e per tutti quelli che hanno lavorato alla mostra.
[nggallery id=127]Iniziamo appunto da quest’ultima. La mostra Newcomers (vedi immagini* qui sopra), a cura di Judith Clark con i suoi due fidati assistenti Francesco Casarotto e Giovanni Dario Laudicina, ha portato gli ospiti attraverso una selezione di progetti (abiti ed accessori) dei primi laureati del corso, usciti dalla facoltà appena qualche mese fa.
L’esposizione continuava poi con una selezione di costumi prodotti dagli attuali studenti del corso per il progetto di Arto Lindsay. Camminando per la lunga scalinata della sede del corso di laurea, ci si imbatteva in un muro di combattenti che avevano a tratti sapori mistici, a tratti rudi e preistorici, lasciando me, e chi con me osservava ad occhi sbarrati, una poetica dark che, come un collante, si univa a quella latente sensazione di paura.
Dalla mostra sono corso alla sfilata (vedi immagini* qui sopra), curata da Angelo Figus ed Els Proost.
Qui ancora nuove sensazioni. Guardando sfilare uno per uno gli studenti con le loro collezioni (piccole opere d’arte dove il lavoro e le notti in bianco a bere caffè e Redbull sembrano essere la chiave per l’ottimo risultato) si sono messe a svolazzare le farfalle, quelle famose che spesso scioperano come gli operai delle slums.
Grandi applausi per alcuni, più moderati per altri, ma c’è da dire che non tutti in sala erano grandi esperti del taglio e cucito e forse si chiedevano come potesse essere indossabile quel capo o come quell’altro potesse affrontare la legge di gravità senza fare un piega.