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Nel corso della nostra vita sperimentiamo tante cose nuove e ogni volta che nasce una nuova parola per descrivere ciò che prima non c’era, oppure che c’era senza che ne avessimo consapevolezza, facciamo un passo avanti come civiltà.
Con la rubrica LOGOS, illustrata da Sara Arosio, vi raccontiamo, da diversi mesi, nuove parole, così come nuovi costumi, nuove mode e molto altro.

Per questo 8 marzo abbiamo pensato di proporvi, come l’anno scorso, 8 parole che parlano di donne e di condizione femminile. Il solo fatto di conoscerle, crea nuova consapevolezza, utile per superare, laddove ci sono, le disparità.
Accanto a Sara Arosio ci sono le illustrazioni di altre sette illustratrici: Irene Bidello, Susanna Gentili, Giulia Pintus, Silvia Reginato, Alessandra Santelli, Lorena Spurio e Giulia Tomai.

Le stampe delle loro parole illustrate sono disponibili nello shop di Hop.


Congedo mestruale

Da tempo si parla del congedo mestruale, ma siamo ancora lontani da un suo diffuso riconoscimento. In Italia le lavoratrici possono assentarsi dal lavoro avvalendosi di un permesso generico. Nel 2016 era stata depositata una proposta perché i giorni di congedo fossero retribuiti al 100% e il diritto esteso a ogni tipo di lavoratrice su presentazione di certificato medico, ma per ora non è successo nulla.
In Europa, l’unico paese ad aver introdotto il congedo mestruale (di tre giorni) è la Spagna, nel 2023. Nel resto del mondo i paesi a riconoscere questo diritto sono pochissimi. In Giappone esiste dal 1947 senza limite di giorni. Pochissime lavoratrici però (circa lo 0,9%) se ne servono. A Taiwan si può chiedere fino a 3 giorni l’anno, retribuiti al 50%. In Zambia, le lavoratici possono assentarsi un giorno al mese, senza presentare nessun certificato medico.
Gli Stati uniti non riconoscono il diritto al congedo mestruale ma la multinazionale Nike lo prevede già dal 2007.

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L’illustratrice

Silvia Reginato

Nata a Castelfranco Veneto nel 1996, lavora come illustratrice freelance dal 2018. Ha collaborato con collettivi e realtà indipendenti come Lahar Magazine e Collettivo Ri.scatto. Le sue illustrazioni hanno fatto parte di progetti come Hoppipolla, Treviso Comic Book Festival, Illustri, Caffè Design e Uppa Magazine.


Revenging porn

Diffondere immagini o video intimi del partner è uno dei modi più diffusi ai giorni nostri per vendicarsi dell’ex.
Dal 2019 il Codice Penale prevede una pena detentiva da uno a sei anni e una multa da 5 mila a 15 mila Euro per chi diffonde contenuti a sfondo sessuale senza il consenso della persona interessata. La pena è estesa anche a chi, ricevendo i materiali da terza persona, li diffonda a sua volta. 
A subire questa forma di vendetta dopo aver lasciato il partner sono al 70% le donne eterosessuali, ma le vittime che sporgono denuncia sono solo il 50%. Tra chi non denuncia prevale il senso di vergogna e il timore che i contenuti abbiano ancora maggiore diffusione. Esistono però diverse possibilità per segnalare abusi di questo tipo: dalla segnalazione al garante della privacy alla denuncia alla polizia postale, alla querela di parte.

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L’illustratrice

Giulia Tomai

Nata a Roma nel 1990. Collabora con numerose case editrici italiane e straniere, tra cui: Mondadori, Rizzoli, Einaudi Ragazzi, Salani, DeAgostini, Magic Cat Publishing e Rageot. Collabora anche con magazine e quotidiani, come Planadviser e il Corriere della Sera. È docente del corso di Illustrazione Editoriale presso lo IED Roma.


Test di Bechdel

Nel 1985, un personaggio della serie a fumetti Dykes to Watch Out For di Alison Bechdel enunciò gli estremi di un test per misurare quanto, in un prodotto di fiction, la narrazione o dialoghi si svolgano in funzione dei personaggi maschili. 
Il test nasce quindi come gag, ma poi qualcuno ha pensato di metterlo in pratica, anche solo per provare a vedere cosa veniva fuori. Il test non misura la qualità della rappresentazione femminile, ma la sua presenza in termini di quantità. Non è forse un metodo matematico per determinare se un’opera è sufficientemente rappresentativa del genere femminile, ma è comunque uno strumento utilizzato per sensibilizzare rispetto alle diseguaglianze di genere diffuse in ambito narrativo.

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L’illustratrice

Lorena Spurio

Originaria di Reggio Calabria, ha vissuto in diverse città, tra cui Torino, Madrid e Barcellona, prima di stabilirsi a Roma. La sua passione per l’illustrazione è scoppiata dopo aver visto dei disegni a china di Andy Warhol. Nel 2022, ha ampliato le sue competenze frequentando il Mimaster Illustrazione a Milano e da allora collabora con vari magazine e case editrici.


Orologio biologico

L’orologio biologico è un processo del nostro sistema nervoso che serve a regolare i nostri ritmi vitali, come il sonno e la veglia, il metabolismo e i flussi ormonali. Il termine però viene spesso utilizzato, unicamente verso le donne, per indicare un’urgenza riproduttiva condizionata dalla limitata durata dell’età fertile, motivo per cui, a partire dai 30 anni, in tante si sentono sollecitare in questo senso, da parenti, amici o semplici conoscenti.
Se in alcuni casi, può trattarsi di un modo scherzoso di porre una domanda sul desiderio o progetto di avere bambini, perlopiù si tratta di un’invasione della privacy abbastanza sgradevole. 

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L’illustratrice

Giulia Pintus

Ha studiato al Liceo Artistico di Piacenza e si è innamorata dell’illustrazione alla Scuola Internazionale di Comics di Reggio Emilia. Pubblica libri dall’età di 22 anni, in Italia principalmente con la casa editrice Logos, in Francia con A2Mimo e Møtus. Ha uno studio a righe e pois che si chiama Foglie al Vento.


Baby Blues / Depressione post-parto

La nascita di un bimbo dovrebbe essere un momento molto felice per una mamma, ma talvolta, alla gioia si accompagna una forma depressiva, dovuta principalmente ai cambiamenti ormonali che avvengono dopo il parto.
Il baby blues si presenta con umore instabile, pianto immotivato, irritabilità ma anche senso di inadeguatezza.
Di solito i primi sintomi insorgono qualche giorno dopo il parto e perdurano per alcune settimane. Si tratta di una condizione reversibile, ma è bene comunque parlarne per averne maggiore consapevolezza, soprattutto se i sintomi persistono più a lungo.

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L’illustratrice

Susanna Gentili

Illustratrice e designer romana, vive attualmente a Milano. Si è laureata in Graphic Design presso l’ABA di Roma e ha ulteriormente affinato le sue competenze presso Mimaster Illustrazione di Milano.
Tra i suoi clienti: The New York Times, Prada, The Boston Globe, The Guardian, L’Express, Corriere delle Sera.


Gavage

In Mauritania, secondo la tradizione, una sposa grassa è anche ricca. Così, sempre per tradizione, le famiglie ingozzano le ragazze promesse in matrimonio, per renderle mogli appetibili, con una pratica che si chiama gavage. Questo comporta ovviamente conseguenze sulla loro salute con una diffusa insorgenza di diabete già da giovani e disturbi cardio-vascolari che poi, non vengono facilmente curati. 
Sara Arosio, che ha lavorato all’illustrazione, mi ha fatto scoprire un film molto interessante sul tema, di Michela Occhipinti, Il corpo della sposa.

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L’illustratrice

Sara Arosio

Ha studiato pittura e arti visive, e nel 2022 ha frequentato il Mimaster illustrazione. Prima di diventare illustratrice lavorava in una casa editrice, dove ha coltivato il suo amore per i libri e la carta stampata. Nel suo lavoro le piace unire il disegno tradizionale alle tecniche digitali; adora fare casino per poi rimettere tutto in ordine. Vive a Milano.


Rosa per le bambine

In anni recenti, il rosa attribuito agli abiti o ai giocattoli per le bambine, fa molto discutere, tra chi lo rifiuta e chi lo vuole, appellandosi alla tradizione. A questo proposito, forse può essere utile sapere che il rosa per le bambine è un costume relativamente recente. Il colore, diventò innanzitutto di moda, per uomini e donne, nel 1700. Un primissimo riferimento al rosa come un colore per le bambine si trova in Piccole donne di Louisa May Alcott, ma ancora ai primi del 1800 l’attribuzione è piuttosto quella opposta: azzurro per le bambine e rosa per i maschietti. Il colore viene associato alle bambine a partire dagli anni Ottanta con il grande successo di Barbie e consolidato, negli stessi anni, da Hasbro, che produrrà sempre più giocattoli rosa per le bambine.

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L’illustratrice

Alessandra Santelli

Illustratrice freelance classe 1990, vive a Milano e ha tre passioni: la musica (tutta) le tisane e il suo cocker spaniel Ziggy. Ha un piccolo studio a righe e pois, Foglie al Vento, creato insieme a Giulia Pintus.


Modest fashion

Il velo islamico nelle sue varie forme è tema di acceso dibattito nel mondo occidentale, tra chi lo vede come un simbolo di oppressione femminile e chi lo vede invece come una scelta culturale. E poi c’è il mondo della moda, che ci ha visto invece un business. Alla fine del 2018 l’industria della modest fashion aveva prodotto introiti per 250 miliardi di dollari mentre per il 2025 la previsione di incasso è di 375 miliardi di dollari
Insomma, una moda forse modesta ma comunque molto redditizia.

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L’illustratrice

Irene Bidello

Ha 26 anni e vive a Milano. Ha lavorato come fashion designer prima di scegliere di cambiare per fare ciò che ama di più: disegnare. Le piace nuotare e curare le piante. Viaggia spesso, ama il cibo, il rosa, i libri, i film, le serie tv. 


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