Gloria Di Bella: un’illustratrice che ama (e odia) i divieti

Davide Calì intervista Gloria Di Bella, illustratrice della nostra rubrica “Mai guidare con un orso in macchina”

Questo autunno ho cominciato una rubrichina nuova qui su Frizzifrizzi dedicata ai divieti nel mondo. Ogni paese ha i suoi, ma ovviamente, quelli altrui ci sembrano spesso bizzarri. A illustrarla, Gloria Di Bella. Visto che è nuova qui su Frizzifrizzi, ho pensato di presentarvela facendole qualche domanda.

Gloria Di Bella

Ciao Gloria, presentati ai nostri lettori: chi sei, cosa fai, da dove vieni, dove vai?

Sono Gloria Di Bella e a un certo punto della mia vita, dopo essermi laureata, ho avuto l’impavida idea di diventare un’illustratrice. Sono nata in Sicilia, a Messina. Per cui direi che vengo dal mare e vado dove mi porta il vento, quello forte e deciso che tira sullo stretto. 
Mi sono quindi spostata verso nord e ho intrapreso un percorso di formazione in illustrazione editoriale, prima a Torino e poi a Milano. 

Cosa ti piace illustrare?

Tutto ciò che è buffo, goffo, alle volte mostruoso. Quindi, se dovessi eleggere un soggetto in particolare, direi i gatti. Lo so, lo so, non è particolarmente originale penserete voi, ma è così. Se posso ne infilo sempre uno da qualche parte.

Raccontaci le illustrazioni per la rubrica su Frizzifrizzi: come procedi alla loro realizzazione?

Innanzitutto, leggo l’articolo e inizio a buttare giù le immagini che mi passano per la testa. Poi seleziono, seleziono e seleziono ancora un po’. Quando trovo quella giusta la sistemo in modo che riempia bene lo spazio, in questo caso un quadrato. Soffro d’horror vacui, lo ammetto. Faccio sempre tutti i bozzetti a matita e poi li coloro in scala di grigi con acquerelli e pennarelli digitali. Una volta sistemati i valori tonali aggiungo dei dettagli in collage, una passione nata ultimamente. Mi piace che ci sia una sorta di dimensione tattile. 
In ultimo scelgo il colore da dedicare al pezzo. Ogni illustrazione, infatti, è realizzata in bianco e nero con un colore protagonista da accompagnamento.

E invece, come scegli i divieti che in qualche modo ti ispirano?

Partendo dalla lista complessiva dei divieti avevo istintivamente scelto quelli più assurdi (primo fra tutti quello sull’orso che ha dato il titolo alla rubrica) ma, lo confesso, erano praticamente tutti americani. Quindi ho cambiato rotta e ho deciso di selezionare divieti provenienti da diverse parti del mondo in modo da avere una visione corale su questo buffo fenomeno.

Confessa: qual è la cosa più proibita che hai mai fatto?

Potrei raccontare di tutte le volte che sono entrata in proprietà private abbandonate perché avevo la passione di fotografare posti rimasti fermi nel tempo, o di quando ho rubato una Weber Fex del 1962 dal cassetto di una casa in affitto della quale la proprietaria non sapeva neanche l’esistenza (la fotografia mi dava alla testa). Ma la cosa davvero proibita è stata mangiare di nascosto tutti e 12 i dolci preparati da mia madre per una cena tra amici quando avevo 8 anni. Sono stata male per due giorni, ma ne è valsa la pena.

Ahah! Meraviglioso! E un tuo vizio segretissimo invece?

Una cosa che ho scoperto ultimamente non essere poi così strana: sbucciare gli acini d’uva, uno per uno.

Molto interessante! Io invece ho un’idiosincrasia per lo sbucciare alcuni frutti (soprattutto le pesche) per cui, forse potremmo immaginare una collaborazione? 
Scherzi a parte, visto che la rubrica parla di divieti strani in giro per il mondo, ti piace viaggiare? Ti è capitato di incontrare dei divieti strani viaggiando all’estero?

Beh, sì mi piace moltissimo, ma credo di non avere viaggiato ancora abbastanza da incontrare divieti pazzi come quelli di questa rubrica. È una partita persa in partenza!

E invece c’è qualcosa che vieteresti tu?

No, direi di no. Mi piace l’idea che la gente sia libera di fare cazzate per poi imparare ad avere un senso critico e capire che la responsabilità è una cosa rara che pochi conoscono davvero. Lasciamo i divieti alle leggi, che dopo tanta fatica nel tentativo di fare ordine, ci regalano queste perle meravigliose!

editorialista
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