Estate. Siamo in quello che sembra un giardino rigoglioso e pieno di piante da frutto. Si sente il frinire, il ronzare e lo zufolare degli insetti. Tra i rami di un albero c’è un grosso nido di vespe. Le vediamo da vicino mentre vanno a nutrirsi dei frutti, banchettando con pesche, albicocche, prugne, corbezzoli, fragole, fichi. Delle enormi ombre si avvicinano: è un gruppo di ragazzini che sta andando a raccogliere la frutta. Si arrampicano sugli alberi, staccano, colgono, strappano, calpestano, poi, col loro dolce bottino tra le braccia, si siedono a un tavolo e iniziano a mangiare, mentre le vespe pian piano si avvicinano e via via si fanno sempre più audaci, finché, tra le due fazioni, quella umana e quella dei vespidi, scoppia una guerra. Una terribile, spietata e violenta guerra.
Realizzato dalla giovane illustratrice e animatrice francese Juliette Laboria, il cortometraggio — prodotto durante il suo ultimo anno di studi all’Ensad, l’École nationale supérieure des Arts Décoratifs di Parigi — si intitola Nuisibles, cioè “parassiti”: lascio a spettatrici e spettatori giudicare a chi si riferisca, se alle vespe o ai ragazzini.
«Ho voluto mostrare un altro volto dell’infanzia: la crudeltà. Tutti abbiamo giocato con insetti o piccoli animali una volta, abbiamo assistito o partecipato ad alcune scene raccapriccianti/macabre che ricordiamo ancora oggi, a volte con poca vergogna o disgusto. Volevo mostrare su un grande schermo quelle scene che di solito non giriamo» ha spiegato Laboria, che ha lavorato combinando tecniche antiche e moderne — la monotipia, il rotoscopio e l’animazione 3D — e dato un ruolo di primo piano al sonoro (il sound design è a cura di Jérémy Ben Ammar): trattandosi di un film senza dialoghi — c’è il vociare dei ragazzini, ma è sempre in secondo piano rispetto ai ronzii — i suoni hanno infatti un’importanza fondamentale nella costruzione della narrazione.
Il risultato è un filmato che in una manciata di minuti ti fa prima entrare nella pienezza dell’estate, con la sua natura rigogliosa, i frutti carnosi e saporiti, gli odori inebrianti, per poi destabilizzarti con la violenza, disorientarti del tutto e infine lasciarti a bocca aperta con un finale inevitabilmente crudo eppure in certo qual senso poetico, almeno a livello di immagini.

