Tesori d’archivio: le tavole di un libro di inizio ‘900 sui coloratissimi pattern dei soffitti delle tombe tebane

Era il dicembre del 1901 quando, tra le rovine di Susa, nell’odierno Iran occidentale, quasi al confine con l’Iraq, una spedizione di archeologi francesi si imbatté in quello che oggi conosciamo come il Codice di Hammurabi, una delle più antiche raccolte di leggi scritte mai ritrovate, risalente a quasi 4000 anni fa.
La squadra era guidata dall’archeologo Jacques de Morgan, che aveva già alle spalle numerose scoperte relative alle civiltà egizie, ma a trovare la stele con le leggi — oggi conservata al Louvre — fu uno degli assistenti di De Morgan, Gustave Jéquier, un egittologo svizzero poco più che trentenne, che aveva studiato con alcuni tra i più grandi esperti di egittologia dell’epoca: Adolf Erman a Berlino e Gaston Maspero a Parigi.
Jéquier aveva fatto il suo esordio nel lavoro sul campo proprio con De Morgan, in Egitto, nel 1892, partecipando a ricerche e scavi che si protrassero per diversi anni.

In seguito al rinvenimento della stele con il Codice di Hammurabi, l’egittologo continuò a prender parte ad alcune tra le maggiori spedizioni francesi, muovendosi tra Persia ed Egitto, e iniziando a firmare trattati relativi ai suoi studi e alle sue scoperte, fino essere nominato, nel 1913, professore di egittologia all’Università di Neuchâtel, sua città natale, dove insegnò per oltre un quarto di secolo.

Jéquier morì nel 1946, a 77 anni, in un’Europa insanguinata dalla guerra, lavorando fino all’ultimo sui suoi trattati (l’ultimo, Considérations sur les Religions Égyptiennes, fu dato alle stampe proprio nel ’46) lasciandoci diversi volumi, uno dei quali è particolarmente interessante non solo per ciò che concerne le antiche civiltà ma anche per quanto riguarda la storia degli ornamenti: si tratta di Décoration Égyptienne. Plafonds et Frises Végétales du Nouvel Empire Thébain, un libro illustrato pubblicato nel 1911, che raccoglie esempi dei pattern a tema vegetale ritrovati sui soffitti e sui fregi delle tombe egizie di Tebe, risalenti a un periodo che andava dal 1400 al 1000 a.C., e riprodotti dall’archeologo con dovizia di particolari.

Tra foglie stilizzate, ninfee e motivi geometrici, le tavole — che si possono scaricare qui in alta risoluzione — presentano pattern davvero straordinari e, in alcuni casi, assolutamente moderni, nonostante si tratti di decorazioni che hanno oltre 3000 anni.