Tesori d’archivio: le tavole illustrate di un trattato dell’800 sulle piante medicinali

I ricettari con le descrizioni, le tecniche e i procedimenti per la preparazione delle sostanze medicamentose esistono fin dall’antichità. Nel corso dei secoli questi testi si sono evoluti fino a diventare dei veri e propri documenti ufficiali che regolano — tra le altre cose — la composizione, l’uso e il commercio dei farmaci, oltre a suggerire la loro posologia. Sono le farmacopee — dal greco phármakon, cioè “farmaco“ e poiéō, “faccio” — e generalmente ciascuna nazione ne ha una ufficiale (in Italia la si trova in ogni farmacia). Anche il Regno Unito ha la sua farmacopea, la British Pharmacopoeia, pubblicata per la prima volta nel 1864, dopo che il parlamento britannico ordinò di unificare in un unico libro le tre principali farmacopee del paese: quella di Londra, quella di Edimburgo e quella di Dublino (all’epoca la Repubblica d’Irlanda non esisteva ancora e l’intera isola faceva parte, appunto, del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda), che a loro volta avevano alle spalle centinaia di anni di storia.

Proprio a partire da quelle tre farmacopee, fu pubblicato, nel 1831, un trattato in quattro volumi, intitolato Medical Botany, che raccoglieva illustrazioni e descrizioni di tutte le piante medicinali e quelle velenose citate nei tre libri. Gli autori di questa poderosa impresa editoriale erano John Stephenson, che ci lavorò dopo la laurea in medicina presa all’Università di Edimburgo, e James Morrs Churchill, medico, chirurgo e botanico londinese (piccola curiosità: fu lui a introdurre in Inghilterra l’agopuntura, alla quale dedicò un saggio, A treatise on acupuncturation, uscito nel 1821), mentre le bellissime illustrazioni, colorate a mano, erano opera di diversi autori e autrici (si notano infatti stili assai dissimili): William Clark, C.M. Curtis (che dovrebbe essere stata la nipote di William Curtis, fondatore del Curtis’s Botanical Magazine, la più antica rivista di botanica, tuttora attiva), George Spratt e G. Reid. Le incisioni, invece, provenivano dalla bottega dei Weddell, rinomata famiglia di incisori.

Mentha pulegium (Menta poleggio)
Da “Medical Botany”, di John Stephenson e James Morrs Churchill, Londra, 1831
(fonte: rawpixel.com)

Medical Botany vide inizialmente la luce in fascicoli, a partire dal 1827. A darli alle stampe era il fratello di James Morrs Churchill, John Churchill. Questi aveva lavorato per diversi anni come apprendista in una libreria specializzata in pubblicazioni a carattere medico e si era da poco messo in proprio come libraio ed editore di testi di medicina grazie al patrimonio di sua moglie (per un certo periodo, dal 1842 al 1847, Churchill fu anche l’editore della prestigiosa rivista Lancet, ancora oggi esistente e tra le più prestigiose a livello internazionale).
Nel 1831, come già accennato, uscirono i quattro volumi completi (vol.1, vol.2, vol.3 e vol.4) e tre anni più tardi fu la volta di una nuova edizione in tre tomi (vol.1, vol.2 e vol.3), a cura del botanico Gilbert Thomas Burnett, che in quegli stessi anni diventò il primo professore di botanica nella storia del King’s College di Londra.

Tutte quante le edizioni sono attualmente piuttosto rare e vengono vendute a migliaia di euro, ma le splendide illustrazioni — ben 158 — sono state restaurate in digitale dalla piattaforma Rawpixel, che permette di scaricarle gratis, anche in alta risoluzione.

Papaver rhoeas (Papavero comune)
Da “Medical Botany”, di John Stephenson e James Morrs Churchill, Londra, 1831
(fonte: rawpixel.com)
Anthemis nobilis (Camomilla romana)
Da “Medical Botany”, di John Stephenson e James Morrs Churchill, Londra, 1831
(fonte: rawpixel.com)
Leontodon taraxacuma, o Taraxacum officinale (Tarassaco comune)
Da “Medical Botany”, di John Stephenson e James Morrs Churchill, Londra, 1831
(fonte: rawpixel.com)
Guaiacum officinale (Guaiaco)
Da “Medical Botany”, di John Stephenson e James Morrs Churchill, Londra, 1831
(fonte: rawpixel.com)
Digitalis purpurea (Digitale rossa)
Da “Medical Botany”, di John Stephenson e James Morrs Churchill, Londra, 1831
(fonte: rawpixel.com)
Pastinaca opopanax (Opopanace comune)
Da “Medical Botany”, di John Stephenson e James Morrs Churchill, Londra, 1831
(fonte: rawpixel.com)
Aconitum napellus (Aconito napello)
Da “Medical Botany”, di John Stephenson e James Morrs Churchill, Londra, 1831
(fonte: rawpixel.com)
Krameria triandria (Ratania del Perù)
Da “Medical Botany”, di John Stephenson e James Morrs Churchill, Londra, 1831
(fonte: rawpixel.com)
Chenopodium olidum (Farinello)
Da “Medical Botany”, di John Stephenson e James Morrs Churchill, Londra, 1831
(fonte: rawpixel.com)
Angelica archangelica (Angelica)
Da “Medical Botany”, di John Stephenson e James Morrs Churchill, Londra, 1831
(fonte: rawpixel.com)
Pinus abies (Abete rosso)
Da “Medical Botany”, di John Stephenson e James Morrs Churchill, Londra, 1831
(fonte: rawpixel.com)
Phellandrium aquaticum (Fellandrio)
Da “Medical Botany”, di John Stephenson e James Morrs Churchill, Londra, 1831
(fonte: rawpixel.com)
Matonia cardamomum (Cardamomo)
Da “Medical Botany”, di John Stephenson e James Morrs Churchill, Londra, 1831
(fonte: rawpixel.com)
Acorus calamus (Calamo aromatico)
Da “Medical Botany”, di John Stephenson e James Morrs Churchill, Londra, 1831
(fonte: rawpixel.com)
Centaurea benedicta (Cardo santo)
Da “Medical Botany”, di John Stephenson e James Morrs Churchill, Londra, 1831
(fonte: rawpixel.com)
Saccharum officinarum (Canna da zucchero)
Da “Medical Botany”, di John Stephenson e James Morrs Churchill, Londra, 1831
(fonte: rawpixel.com)
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