La tuffatrice: un corto d’animazione realizzato con la carta

Quando tengo qualche lezione sulla scrittura, o sulla comunicazione in generale, cito spesso un capitolo del seminale e indispensabile saggio Grammatica della fantasia di Gianni Rodari: quello intitolato L’omino di vetro, in cui l’autore spiega come le caratteristiche fisiche e materiali di un personaggio, vero o inventato che sia, possano suggerire le avventure che tale personaggio vivrà.
Rodari fa appunto l’esempio dell’omino di vetro del titolo, che, per via del materiale di cui è composto, dovrà indossare un cappello per nascondere i pensieri, vivere in una casa imbottita per non rischiare di rompersi, camminare su marciapiedi tappezzati di materassi, evitare di stringere mani e di svolgere lavori pesanti.
Allo stesso modo — continua lo scrittore di Omegna — un personaggio di legno dovrà stare attento a non bruciarsi i piedi, potrà galleggiare e, se lo impiccano, non morirà («tutte cose che giustamente succedono a Pinocchio, perché è di legno. Se Pinocchio fosse di ferro, gli succederebbero avventure di tutt’altro genere»).

Questo concetto della “analisi merceologica” che coincide quasi perfettamente con la “analisi fantastica” lo ritrovo in un bel cortometraggio della giovane artista Iulia Voitova.

Nata in Ucraina da una famiglia che oggi è divisa dalla guerra, Voitova ha studiato arte e animazione presso l’Università di Arte e Architettura degli Urali a Yekaterinburg, in Russia, per poi trasferirsi in Francia e completare il suo percorso accademico alla Poudrière, scuola di animazione di Valenza.
Per il suo progetto di tesi ha prodotto un corto — La plongeuse, cioè “la tuffatrice” — che racconta la storia di una tuffatrice professionista che si allena incessantemente, seguendo l’inesorabile fischietto del suo allenatore. Finché, a un certo punto, non ce la fa più: spossata, si rifiuta di immergersi di nuovo e fa visita a un massaggiatore, un enorme omone che con sapienza e dolcezza la rimette a posto.

La particolarità dell’opera è che è tutta realizzata in stop-motion con elementi di carta colorati con pastelli a olio. La carta, come ben sappiamo, si stropiccia, s’accartoccia, s’appallottola, ed è esattamente quello che succede — come suggeriva l’infinto Rodari — alla povera tuffatrice, che, vittima del rigore stacanovista e scarsamente empatico dell’allenatore, ha davvero bisogno di un po’ di riposo, di comprensione e di una bella “stirata”.

Uscito originariamente nel 2018, il corto ha girato in questi anni per diversi festival d’animazione ed è finalmente arrivato in versione integrale su Vimeo qualche giorno fa.

Fotogramma tratto da “La plongeuse”, di Iulia Voitova
Fotogramma tratto da “La plongeuse”, di Iulia Voitova
Fotogramma tratto da “La plongeuse”, di Iulia Voitova
Fotogramma tratto da “La plongeuse”, di Iulia Voitova
Fotogramma tratto da “La plongeuse”, di Iulia Voitova
Fotogramma tratto da “La plongeuse”, di Iulia Voitova


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