La nuova collezione di carte da parati di Wall&decò

L’uscita di una nuova collezione di Wall&decò — marchio italiano di carte da parati nato nel 2005 dall’idea del fotografo pubblicitario Christian Benini, e oggi parte del gruppo svedese Embellence Group, specializzato in tessuti, tappeti e, appunto, carte da parati — è sempre un evento.
Lo è per almeno tre motivi: il primo è la grande varietà di grafiche e di pattern — quest’anno sono ben 71, opera di 27 diverse firme, provenienti da mondi differenti: c’è ad esempio Alessandro Gottardo, ovvero uno dei più grandi illustratori italiani contemporanei; c’è Francesca Zoboli, che dipinge, decora, illustra libri (di recente la nostra Giovanna Canzi è andata a trovarla nel suo studio); c’è Le Dictateur, che è uno studio creativo di Milano; c’è lo stilista Antonio Marras; c’è Studiopepe, che si occupa di design, architettura e direzione creativa.
Il secondo motivo è la qualità del prodotto, frutto di una continua ricerca sui materiali e le tecnologie di produzione.
Il terzo è la rara capacità di interpretare lo zeitgeist, lo spirito del tempo, attraverso “collezioni nella collezione” che offrono originali punti di vista sui panorami estetici e culturali contemporanei.

Le carte da parati della Contemporary Wallpaper Collection 2023, infatti, si suddividono in tre grandi filoni, ciascuno dei quali interpretato dalle differenti sensibilità dei designer e delle realtà che hanno collaborato, e cioè Anna Vermiglia de Carlo, Antonella Guidi, Ctrlzak, Debonademeo, Draga&Aurel, Elisa Vendramin, Eva Germani, Federico Peri, Gio Tirotto, Giovanni Pesce, Gupica, Ines Porrino, Lorenzo de Grandis, Ludovica+Roberto Palomba, Mae Engelgeer, Maria Gomez Garcia, Paolo Badesco + Costantino Affuso, Serena Confalonieri, Simone Fanciullacci, Studio Salaris, Talva Design, Tommaso Spinzi, oltre i già citati Shout, Francesca Zoboli, Le Dictateur, Antonio Marras e Studiopepe.

Le tre sezioni sono Estetica virtuale, che punta sul colore e offre una futuristica e giocosa visione del mondo attraverso la lente dell’universo digitale; Cocoon, che, all’opposto, il digitale lo rifiuta e sposa l’analogico, con colori e texture naturali pensate per un ideale “bozzolo” domestico; e infine Post metaverse, che evoca una dimensione “altra”, essenziale e quieta, all’insegna del grigio, della luci e dei toni metallici.

Di seguito alcuni pezzi della collezione.

Estetica virtuale


Cyanopop, di Francesca Zoboli

«In questa grafica ho voluto rappresentare il giardino come un esperienza ecosistemica dove lo sguardo umano è equiparato a quello degli altri esseri che lo frequentano e che lo percepiscono in maniera differente. Le api e altri insetti, per esempio, non vedono il colore rosso, ma tutti i colori dello spettro ultravioletto, per noi invisibile. Così nella mia immaginazione la visione naturale si trasforma quasi in una visione psichedelica, i colori si accendono con dominanti sature, riecheggiando gli ibischi di Andy Warol. Come in una miniatura persiana il giardino è composto di singoli elementi, nella fattispecie piante raccolte una ad una e successivamente essicate. Questo archivio naturale è poi stato utilizzato per realizzare le stampe cyanografiche di ogni singola essenza che va a popolare la composizione finale».


Santi e pirati, di Le Dictateur

«Il punto di partenza del modulo di Santi e pirati è una bandiera. Una bandiera a coda di rondine.
Allungata, moltiplicata, accoppiata, incrociata diventa quasi una struttura araldica.
Non possiamo più dire se fosse la bandiera di un Santo o di un Pirata ma ne percepiamo la forza e l’equilibrio degli incastri».


News on paper, di Studiopepe

«Linee multicolor che celebrano l’intuizione e l’eccezionalità dell’ordinario. 
Un’estetica pop e veloce che trae ispirazione delle pile delle riviste e dei giornali visti di costa, che creano inaspettate cromie e righe irregolari. 
La bellezza va cercata nel quotidiano».


Eos, di Alessandro Gottardo (Aka Shout)

«Una metafora visiva che richiama il mito di molti romanzi, Il Vecchio e il Mare, Moby Dick, Mille Leghe Sotto i Mari. Un capitano e la balena, un cielo capovolto, stelle che annegano e pesci che volano.
Forse il capitano sta attraversando il mondo dei sogni e la sua destinazione è il risveglio del mattino».


Gelsomino Notturno, di Anna Vermiglia De Carlo

«Gelsomino Notturno è una selva fiorita che in qualche modo attinge sia dalla pittura contemporanea che dal forte sentimento verso la preservazione di una natura incontaminata, che sempre più sentiamo minacciata. Circondare un ambiente con la freschezza di un vero e proprio giardino ci riporterà allegria e benessere. 
Il Mediterraneo è per me il profumo del gelsomino. La sua fragranza avviluppa e penetra nel profondo, in certe ore del giorno può diventare così intenso da confondere i sensi, facendoti fluttuare in un mare psichedelico».


Valmont, di Studio Salaris

«Ispirato alla tecnica dell’affresco, Valmont ne è un’interpretazione in chiave moderna e sintetica. Un decoro, quasi frattale, definito da elementi curvilinei che contrastano nel colore e nella matericità».


Katagami, di Talva Design

«Disegnata a mano su iPad, questa composizione grafica e al contempo organica propone un riferimento all’influenza del giapponismo sull’Art Nouveau. Si ispira ai katagami — intricati stencil di carta utilizzati per dipingere tessuti e stampe giapponesi — e all’ukiyo-e che ha influenzato l’arte creativa occidentale, in particolare l’Art Nouveau e il Deco».


Waterfall, di Serena Confalonieri

«Una cascata di colori e geometrie che, come dietro ad uno strato d’acqua, perdono i loro contorni, si fondono dando un senso di fluidità e si addolciscono attraverso le sfumature».


Arthur’s theme, di Gupica

«Materiali affascinanti per reinterpretare il mondo con occhi nuovi, i disegni dei bambini rappresentano uno sguardo più spontaneo sul reale.
In questa grafica ho selezionato due disegni creati da mio figlio di 6 anni, Arturo, in cui emerge una attenzione verso la geometria.
Due fantasie simili, composte da segni semplici essenziali e coloratissimi, vengono reinterpretate graficamente come patterns ripetitivi che conferiscono una ritmica allo spazio. Rappresentazioni simboliche della realtà, realizzazioni libere e piene di carica vitale».


Cocoon


Yui, di Lorenzo De Grandis

«I sottili raggi di sole del tardo pomeriggio riescono a malapena a fare capolino tra le foglie e gli steli. La luce va velocemente sbiadendo. Non è semplice spiegarne l’atmosfera. L’aria sembra carica di un’intensa spiritualità. Ho provato una sensazione strana, come se dovesse accadere qualcosa di magico da un momento all’altro in questa foresta di bambù».


African Canvas, di Francesca Zoboli

«Le strabilianti decorazioni delle case di terra cruda che le donne di molti paesi dell’Africa occidentale eseguono sulle pareti esterne e interne delle loro case sono opere non destinate a durare, in quanto le piogge e i colori naturali da loro prodotti con essenze di vario genere, sono degradabili.
La fotogiornalista Margaret Courtney-Clarke ha immortalato queste pratiche artistiche nel libro
African Canvas. Un libro che mi ha folgorata.
Il gioco dei patterns, i toni dei colori, l’eleganza degli intrecci mi hanno guidata nella creazione di questa nuova grafica».


Geroglifici, di Ludovica+Roberto Palomba

«Questi geroglifici sono disegni che fanno i bambini quando iniziano e poi si dimenticano di compiere il gesto fino in fondo. Così l’ideogramma rimane come sospeso tra il completo e il non finito. I segni si mischiano nelle nuove esperienze dell’abitare tra colori, muri e arredi».


Cave, di Maria Gomez Garcia

«Le cortecce di legno sono accuratamente staccate, dipinte e posizionate con movimento per ricreare il comfort primitivo delle grotte.
Una protezione naturale, una creazione simbiotica. Stalattiti di ricordi».


Carve, di Simone Fanciullacci

«Spesso quando viene ristrutturato un antico edificio, per riportare le pareti allo stato originario viene scalpellato l’intonaco esistente finchè non si raggiunge lo strato iniziale.
Questa operazione crea una decorazione quasi involontaria fatta di una fitta pioggia di piccole incisioni.
Per disegnare la carta
Carve ho steso uno strato di intonaco su un pannello e poi con una sgorbia l’ho inciso cercando di rendere il gesto ripetitivo e quasi automatico.
Il risultato è una superficie irregolare ma con una leggera tridimensionalità in cui il disegno è ancora visibile anche se in parte cancellato».


Perpetuo, di Debonademeo

«La quintessenza dell’ebanisteria italiana torna a decorare le pareti sotto forma di boiserie cartacea in cui la giustapposizione a intarsio di essenze lignee viene interpretata graficamente in un alterarsi di calde campiture beige e marroni senza soluzione di continuità. 
L’effetto visivo ricorda un ampio paravento che al tempo stesso arreda e decora. Un sipario optical che attribuisce agli ambienti i connotati di un salotto buono senza tempo dove affiorano atmsofere borghesi fin-de-siècle popolate da giocatori di scacchi e signore eleganti».


Gioia, di Antonella Guidi

«La meraviglia di un ramo fiorito
pare immoto nella noia.
Mi avvicino e lo osservo.
Si ricamano i passi 
di formiche indaffarate.
Un avanti e indietro 
che pare sempre lo stesso.
Acrobazie di foglie di un bombo solitario.
Il calice impollinato amplifica
la moltitudine dell’ape che ronza. 
Quel ramo fiorito 
che pareva un incanto alla noia
lo osservo e mi ricredo.
È l’antica ballata della vita alla gioia».


Il Giardino dei Medici, di Paolo Badesco + Costantino Affuso

«Un elemento classico e ricorrente, simbolo di eleganza e lusso, che abbellisce ed esalta i giardini delle ville mediterranee di importanti signori, il vaso mediceo, con la caratteristica forma a cratere a campana, stupisce ancora per la sua bellezza e il suo fascino. L’irregolarità del pattern creato dai vasi e dalle ghirlande di edera dona un’immagine onirica, quasi eterea».


OZ, di Tommaso Spinzi

«OZ racconta un viaggio intimo ed evocativo negli anni che Tommaso Spinzi ha trascorso in Australia. L’arte aborigena, fusa all’identità stilistica di Spinzi, culmina in un pattern che crea un inaspettato dialogo tra ancestralità e sofisticazione. I toni neutri e organici portano l’ispirazione tessile ad essere quasi un rilievo materico del muro, rendendo OZ una carta da parati avvolgente e a tratti ipnotica».


Lillu Arrùbiu, di Antonio Marras

«Il giglio è un fiore fortunato e significa armonia tra la coppia. 
Rosso come il ligazzo rubio, la semplice fettuccia di color rosso carminio, che riporta ai lacci che legavano valigie e pacchi in cui chi partiva portava con sé le sue cose e i suoi ricordi. Il ligazzo rubio è un vero e proprio oggetto-simbolo, il filo d’Arianna, che guida attraverso il labirinto del mondo e indica la strada; un filo che unisce saldamente, annoda emozioni e sentimenti, resiste al tempo e all’usura, tiene ancorato ciò che parte a ciò che resta. Il colore rosso richiama il sangue, inteso come vita, scorrere di esperienze, movimento, cuore, calore, protezione, passione».


Bricks, di Federico Peri

«Bricks è un progetto di fantasia.
Una parete in mattoni di tessuto ci divide da un panorama fantastico fatto di cielo e nuvole… un qualcosa di estremante tangibile ci separa idealmente dal metaverso».


Juice of life, di Eva Germani

«Una tavolozza con colori brillanti che diventano fiori, la tentazione di bere le emozioni tutte d’un sorso prima che possano svanire.
Senza il tempo dei ripensamenti dei dubbi e le incertezze.
Ubriachi di analcoliche impressioni».


Post Metaverse


Milena Blu, di Elisa Vendramin

«È un collage digitale ispirato alla cianotipia, una tecnica fotografica antica che utilizza la luce del sole per imprimere forme, spesso di origine naturale, su un materiale fotosensibile che si tinge lentamente di un blu intenso. Nella composizione ho utilizzato foglie e petali raccolti negli anni ed essiccati in una pressa per fiori: questa carta è quindi un elogio alle forme e alla luce naturali».


Begins, di Lorenzo De Grandis

«La grafica Begins racconta la storia di un’ossessione che ha contagiato le menti dei più geniali o arditi filosofi, celebri matematici, stimati naturalisti: la ricerca dell’istante che non può aver avuto un prima, del momento esatto in cui tutto è cominciato. La creazione».


Aminocristal, di CTRLZAK

«La visione di un’altra realtà, come una lontana galassia che si trova però nel nostro organismo. Come gli amminoacidi, necessari ai processi di rinnovamento cellulare, anche questa carta si fa mezzo di un rinnovamento spaziale e temporale all’interno del nostro abitato».


Indigo, di Ines Porrino

«Indigo è il colore della calma, dell’infinito, della serenità’ emotiva e dell’armonia.
Ho sognatori di trovarmi in un bosco dove le piante, le foglie, l’erba erano avvolti da questo colore.
Mentre camminavo in questo bosco tutto mi comunicava intuizione, profondità e comprensione di noi stessi e del nostro ambiente.
Circondiamoci di
Indigo».


Industrial Pillars, di Gio Tirotto

«Perdersi nell’industria significa mescolare tutti i possibili ingranaggi e dagli stessi trarne comunque una nuova soluzione.
Un alternativo punto di vista che trasforma la macchina in un tempio, simbolo di progetto e bellezza».


Levity, di Giovanni Pesce

«Italo Calvino, nel suo libro Lezioni Americane, scrive: Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”. Ed è così che, in questa carta, elementi e oggetti differenti si connettono in una serie di patchwork con cromie differenti che danno ritmo alla superficie. Raccontano il sogno della leggerezza in tutte le sue possibili e meravigliose forme. La pratica che contraddistingue i miei lavori, si basa sulla ricerca materica e sulla solidità artigianale, ed il punto focale di questo lavoro è lo studio della percezione e della dicotomia tra il naturale e l’artificiale».


Foliage, di Mae Engelgeer

«Una vivace rappresentazione della natura nella forma di un albero organico con un motivo a linee moiré che ricorda le foglie. Un’atmosfera da foresta domestica, se si è in grado di immaginarla e di connettercisi. 
Un gioco di sovrapposizioni grafiche, sottili sfumature e venature».


Neon, di Draga&Aurel

«Una carta da parati essenziale, quasi primordiale, intensamente urbana. La base effetto cemento, grezza e cupa, si accende con fasci Neon di luce e di colore, che sembrano appropriarsi dello spazio come pennellate sulla tela dell’artista».


Tutte le foto: courtesy di Wall&decò.

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