Space: un corto d’animazione sull’importanza del lasciare spazio in una relazione

Era un giorno di fine ottobre del 2002 quando conobbi Ethel per la prima volta. Eravamo all’XM24 e io avevo deciso di fermarmi a Bologna per un fine settimana per poi tornare nelle Marche, dove stavo svolgendo il servizio civile in una scuola materna. Ci presentarono alcuni amici in comune. Piacere, Simone. Piacere, Ethel. Ah, Ethel, che nome strano? E tu, quella bambolina di stoffa nel taschino? Vuoi una birra?
Ore dopo eravamo ancora lì che chiacchieravamo, seduti per terra, mentre il resto del mondo era praticamente sparito: la musica era finita, c’era solo qualche relitto umano a vagare per il piazzale e tutti quelli che conoscevamo se n’erano andati da un pezzo, anche le persone che avrebbero dovuto ospitarmi per la notte — notte che ormai stava per lasciare il posto alle prime ore dell’alba.
Io non mi ero accorto di nulla, lei nemmeno. L’uno perso negli occhi e nelle parole dell’altra, tutto ciò che avevamo percepito, di ciò che ci circondava, era un rumore di fondo senza importanza.
Dormii nel suo affollatissimo appartamento e l’indomani presi il treno per tornare a casa, ma la lunga chiacchierata non finì lì. Continuammo via SMS per giorni, poi settimane, poi mesi, incontrandoci di tanto in tanto a Bologna o nelle Marche.
Appena finì il servizio civile mi trasferii di nuovo a Bologna, visto che nel suo appartamento si era liberato un posto letto. Dopo qualche anno trovammo un monolocale per noi due, e continuammo a chiacchierare. Arrivò una figlia, cambiammo di nuovo casa, e dopo un po’ ne arrivo un’altra. E chiacchieriamo ancora.
Quest’anno festeggeremo vent’anni da quella prima notte all’XM24, e due anni di matrimonio. Abbiamo avuto alti e bassi, certo — come chiunque. E ovviamente litighiamo, ci teniamo il muso, alziamo la voce, ci mandiamo a quel paese, quando serve. Ma dopo tutto questo tempo non abbiamo ancora finito gli argomenti e continuiamo a parlare. E quando qualcuno ci chiede come facciamo a stare ancora insieme dopo così tanti anni non sappiamo davvero cosa dire. Non c’è una ricetta, ma credo che, tirando le somme, il “segreto” stia proprio nel dialogo, che non si è mai interrotto, mai. E il merito penso sia degli spazi: quelli che diamo l’uno all’altra. È lo spazio che tiene vivo il tempo.

Lo racconta, con dolce ironia, anche questo breve ma affascinante corto d’animazione che si intitola proprio Space, ed è opera dell’artista taiwanese Zhong Xian, che lavora tra Taipei e Londra, dove si è laureata al Royal College of art.
Il corto, prodotto nel 2020 ma uscito solo qualche giorno fa su Vimeo, racconta appunto di una relazione tra due ragazze ed è stato selezionato in numerosi festival (tra cui l’Imaginaria Film Festival di Conversano) oltre ad aver vinto il premio come miglior animazione studentesca sia all’Ottawa International Animation Festival sia al T-Short festival.

Frame dal corto “Space” di Zhong Xian, 2020
Frame dal corto “Space” di Zhong Xian, 2020
Frame dal corto “Space” di Zhong Xian, 2020
Frame dal corto “Space” di Zhong Xian, 2020
Frame dal corto “Space” di Zhong Xian, 2020
Frame dal corto “Space” di Zhong Xian, 2020
Frame dal corto “Space” di Zhong Xian, 2020
Un messaggio

Frizzifrizzi è sempre stato e sempre rimarrà gratuito. Si tratta di un progetto realizzato ogni giorno con amore e con impegno. La volontà è di continuare a farlo cercando di tenere al minimo la pubblicità. Per questo ti chiediamo una mano — se vorrai — con una piccola donazione. Potrai farla su PayPal.

GRAZIE DI CUORE.