Le scarpe illustrate di Cristina Piccioli

Oggigiorno gran parte dei modelli di calzature che indossiamo — o che sogniamo di indossare — escono fuori da software di progettazione che permettono di lavorare anche sui minimi dettagli e consentono un flusso di produzione rapido dallo schermo di chi si occupa del design al laboratorio delle modelliste e dei modellisti. Ma l’idea iniziale, la fiammata improvvisa che incendia i neuroni e accende il sacro fuoco, quella la si butta giù ancora in maniera tradizionale, con le matite e i pastelli, gli acquerelli e i pennarelli. Chi ha avuto modo di vedere i bozzetti dei grandi maestri della calzatura (come ad esempio quelli di Manolo Blahnik) sa che in quei disegni il realismo lascia il passo a un immaginario quasi onirico, a una fervida fantasia che può fare a meno delle effettive geometrie del piede per sintonizzarsi sulle forme più pure della visione, tra proporzioni improbabili, equilibri impossibili, tacchi che non reggerebbero mai in un mondo soggetto a forza di gravità, e tomaie che sembrano fatte d’aria.
Paiono — in certi casi — calzature uscite direttamente dalle pagine illustrate di una fiaba: scarpe magiche, che racchiudono poteri, minacciano maledizioni, promettono prodigi, incarnano leggende. Non si limitano a portare in giro i piedi di qualcuno ma contengono storie, sono personaggi in tutto e per tutto. E, in quanto personaggi, possono essere ritratte, così come si può ritrarre una regina, un gatto parlante o un barone rampante.

Cristina Piccioli, “Shoes Shoes Shoes”, Edizioni della Galleria L’Affiche, 2022
(foto: Frizzifrizzi)
Cristina Piccioli, “Shoes Shoes Shoes”, Edizioni della Galleria L’Affiche, 2022
(foto: Frizzifrizzi)

Quando ho iniziato a sfogliarlo, Shoes Shoes Shoes mi è sembrato esattamente questo: una raccolta di ritratti, ritratti di scarpe, scarpe con storie interessanti, scarpe bizzarre, scarpe improbabili e impossibili, ma tutte con la dignità di personaggi. Le loro vicende non le ha ancora scritte nessuno ma Cristina Piccioli, che le ha disegnate, ne ha tirato fuori le personalità, la magia, le follie, le spigolosità di alcune, l’altezzosità di altre, i caratteri inquieti e quelli gioiosi, la verve un po’ strampalata o una misteriosa eleganza.

Conosciuta soprattutto per il suo lavoro di talent scout nel mondo dell’illustrazione e dell’arte, e per quello di agente, da molti anni, di alcuni dei più grandi nomi dell’illustrazione italiana, come Guido Scarabottolo, Franco Matticchio e Simona Mulazzani, Piccioli in realtà disegna da tempo, pubblicando le sue opere su Instagram e vendendole presso la Galleria L’Affiche di Milano. Ma se inizialmente i suoi soggetti erano principalmente donne, animali e oggetti di design, ecco che più di recente è nato il filone delle scarpe.

Cristina Piccioli, “Shoes Shoes Shoes”, Edizioni della Galleria L’Affiche, 2022
(foto: Frizzifrizzi)

«Una sera stavo guardando una trasmissione in TV. Ad un certo punto era diventata un po’ noiosa, mi sono distratta. Non so come mai, ho pensato: potrei fare un disegno di scarpe. Non l’avevo mai fatto in vita mia»: così l’autrice racconta all’amica artista Beatrice Gaspari la genesi di questa serie, in un’intervista che appare in chiusura di questo delizioso e coloratissimo libriccino (chi ha avuto l’onore e il piacere di incontrare Piccioli riconoscerà nei coraggiosi abbinamenti cromatici lo stesso elegante caos che ama sperimentare anche nel suo abbigliamento).

Le opere sono state tutte realizzate tra il 2020 e il 2022 e si tratta sia di scarpe vere sia di scarpe inventate. Scarpe che hanno un quid, quella qualità indefinibile e indefinita ma ben percepibile. Lo spiega la stessa Piccioli quando Gaspari infine le domanda se possano considerarsi “una sorta di autoritratto frammentato”.
«No, non è quello» risponde lei: «sono solo delle scarpe che mi piacciono. Quello che trovo, però, è che abbiano qualcosa. Quando le facevo, pensavo: questa ce l’ha e quella no».

Cristina Piccioli

Shoes Shoes Shoes

Edizioni della Galleria L’Affiche, 2022
Progetto grafico: Guido Scarabottolo
102 pagine

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Cristina Piccioli, “Shoes Shoes Shoes”, Edizioni della Galleria L’Affiche, 2022
(foto: Frizzifrizzi)
Cristina Piccioli, “Shoes Shoes Shoes”, Edizioni della Galleria L’Affiche, 2022
(foto: Frizzifrizzi)
Cristina Piccioli, “Shoes Shoes Shoes”, Edizioni della Galleria L’Affiche, 2022
(foto: Frizzifrizzi)
Cristina Piccioli, “Shoes Shoes Shoes”, Edizioni della Galleria L’Affiche, 2022
(foto: Frizzifrizzi)
Cristina Piccioli, “Shoes Shoes Shoes”, Edizioni della Galleria L’Affiche, 2022
(foto: Frizzifrizzi)
Cristina Piccioli, “Shoes Shoes Shoes”, Edizioni della Galleria L’Affiche, 2022
(foto: Frizzifrizzi)
Cristina Piccioli, “Shoes Shoes Shoes”, Edizioni della Galleria L’Affiche, 2022
(foto: Frizzifrizzi)
Cristina Piccioli, “Shoes Shoes Shoes”, Edizioni della Galleria L’Affiche, 2022
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