Di libri importanti e di ricordi: intervista a Benedetta Tosi di Nomos Edizioni attorno al nuovo albo “Mentre tu dormi”, di Mick Jackson e John Broadley

Non ricordo bene se sia stata una persona in carne e ossa o un personaggio in un film o, ancora, se lo abbia letto in qualche libro, ma uno dei migliori consigli che abbia mai ricevuto è stato quello di imparare a fare un passo indietro. Non solo quando mi fossi trovata in una discussione accesa in cui nessuno mostrava segni di voler cedere, ma anche quando mi fossi sentita sul punto di essere inghiottita dal mondo. Un passo indietro significa fare un respiro profondo, fare in modo che tra te e qualsiasi cosa ti stia spaventando ci sia abbastanza spazio per ragionare, per ritrovare un po’ di coraggio e provare a trovare una soluzione, che spesso assomiglia a un punto di vista diverso.
Che fosse un buon consiglio lo dicono quelle poche esperienze in cui sono riuscita a contare fino a 10 prima di farmi prendere dal panico, ma anche le pagine di Mentre tu dormi, un bellissimo albo illustrato, edito da Nomos Edizioni, che porta le firme di Mick Jackson per i testi e John Broadley per le illustrazioni, e che ha vinto nel 2021 il New York Times / New York Public Library Best Illustrated Children’s Book.

Mick Jackson, John Broadley, “Mentre tu dormi”, Nomos Edizioni, 2022
(courtesy: Nomos Edizioni)

È notte, un bambino è sotto le coperte ed è pronto ad addormentarsi, ma ecco che una voce amica fa per lui o lei quel famoso passo indietro, e gli racconta di quel mondo che là fuori con il buio non si cristallizza affatto, anzi. In città, così come anche in natura, persone e animali proseguono nelle loro attività, che siano infermieri e medici in ospedale a curare i propri pazienti, che siano fornai indaffarati a preparare pane e dolci per il mattino che verrà, che siano pacchi da smistare prima di essere consegnati, che siano lepri alla ricerca del cibo o pioggia che riempie laghi e fiumi; per non parlare poi del fatto che molto più a est è già giorno.
Capita a tutti che il sonno non arrivi o che venga disturbato da un brutto sogno ed ecco che quel passo indietro aiuta a sentirsi decisamente meno soli.

Sarà che ho un cuore di burro, ma dirvi che questo libro sia esclusivamente per bambini sarebbe mentire e per confermare la mia tesi ho pensato di fare qualche domanda a Benedetta Tosi, titolare di Nomos Edizioni, direttrice editoriale di Nomos Bambini e a capo dell’ufficio stampa e comunicazione della casa editrice.

Riguardo a Nomos, sono piuttosto ferrata su alcuni dei vostri titoli ma non altrettanto sulla storia della casa editrice. Qual è, e soprattutto di cosa si occupa di preciso?

È stato mio papà assieme a degli amici a fondare Nomos 25 anni fa. Nel tempo la mia famiglia ha rilevato la casa editrice e ad oggi a gestirla siamo io e miei fratelli.
Nomos nasce come una casa editrice che si occupa principalmente di arte, perciò pubblichiamo cataloghi di mostre, monografie d’artista, libri d’artista, collaboriamo con istituzioni e musei. A oggi però possiamo dire che la casa editrice ha due piani: da un parte c’è appunto l’arte e dall’altra gli albi illustrati, comunemente chiamati “libri per bambini” anche se sono poi molto trasversali, nati dalla nostra competenza ventennale nel fare i libri d’arte, che richiedono un certo livello di complessità e di cura dei dettagli.

La collana Nomos Bambini, di cui io mi occupo, a sua volta è composta da due aree: quello della divulgazione, quindi tutto quello che è racconto del mondo che c’è intorno a noi, della natura, ecc.; e quello delle storie vere e proprie. Ci sono anche due modalità operative che adoperiamo, ovvero siamo editori di progetto, per cui produciamo libri nostri e che poi vendiamo nel mondo, ma acquisiamo anche da altri. Ogni anno pubblichiamo circa una quarantina di titoli, di cui una quindicina sono gli albi illustrati da libreria. Abbiamo cominciato a introdurre in catalogo i primi albi illustrati nel 2016: erano i libri di Maja Säfström.
Il connubio tra arte e albi illustrati è un connubio che a me piace definire sostanziale e formale: sostanziale perché, con i libri d’arte, gli albi condividono l’origine, la metodologia di lavoro e l’aspirazione, ovvero quella di creare un libro bello, che quando fai un trasloco non lo lasci indietro o finisce in cantina; formale perché trattiamo l’albo illustrato esattamente come trattiamo il catalogo degli Uffizi.

Benedetta Tosi
(courtesy: Nomos Edizioni)

Da Nomos trattiamo l’albo illustrato esattamente come trattiamo il catalogo degli Uffizi.

A proposito di scelta di titoli, come siete finiti ad avere tra le mani Mentre tu dormi?

Ti dicono sempre che non bisogna mai innamorarsi dei libri, però è difficile. Perché ci sono dei libri che ti conquistano.
Frequentiamo da tempo le fiere di settore e abbiamo rapporti consolidati e costanti con molti editori del mondo, perciò è normale che ad ogni occasione di incontro ti ritrovi a sfogliare i loro cataloghi. In questo caso a mostrarmi il libro è stato Pavillon, che ai tempi era un editore indipendente ma oggi fa parte di Harper Collins. Nel frattempo avevo visto altri titoli di altri editori sempre legati al tema di ciò che succede di notte. La tematica mi interessava molto perché rimaneva a cavallo tra la divulgazione e il racconto di una storia.
Fatto sta che alla fine ho scelto quello che mi piaceva di più, ed era appunto Mentre tu dormi. Non l’ho scelto per i premi che aveva vinto, che non ricordo nemmeno se dovesse ancora vincere quando ho firmato per poterlo pubblicare qui in Italia, piuttosto per l’impatto che aveva avuto su di me.

A colpirmi prima di tutto è stato il genere di immagini, il prodotto libro da un punto di vista artistico, questo tipo di illustrazioni che non sembrano particolarmente per bambini; ma poi anche il testo, che, a differenza di altri che erano molto più concentrati su alcuni aspetti, esplorava molto di più il mondo della notte sotto tanti punti di vista e aveva una grande capacità evocativa.
Quando l’ho presentato alla rete librai mi è venuto spontaneo rifarmi alla sensazione che si ha quando si è bambini a letto, è Natale e sei consapevole che fuori stanno succedendo un sacco di cose e tu sei lì al calduccio che aspetti. Ecco, questa sensazione è la stessa che ho provato leggendo il testo del libro, questo senso di magia e meraviglia nei confronti di ciò che sta succedendo fuori.

Mick Jackson, John Broadley, “Mentre tu dormi”, Nomos Edizioni, 2022
(courtesy: Nomos Edizioni)

È Natale e sei consapevole che fuori stanno succedendo un sacco di cose e tu sei lì al calduccio che aspetti. Ecco, questa sensazione è la stessa che ho provato leggendo il testo del libro, questo senso di magia e meraviglia nei confronti di ciò che sta succedendo fuori.

Comunque mi sembra di capire che sei d’accordo con me sul fatto che questo non sia un libro solo per bambini.

Secondo me, negli albi illustrati di questo genere il confine è sfumatissimo: perché tutti siamo stati bambini e perciò hai ancora quell’approccio; potrebbe essere anche una lettura condivisa e quindi lo vivi assieme a un bambino; e poi è bello da guardare, è bello riflettere su ciò che il libro ti propone anche se sei un adulto. Quindi per me rimangono libri molto trasversali, non lo saprei classificare.

Leggendo il testo di Mentre tu dormi — le parole semplici di questa voce gentile — si ritrova un ottimo spunto su come riuscire a comunicare cose complesse ad un bambino.

Pur volendo rimanere slegati dall’utilità secondaria della lettura, in realtà è facile usare metafore visive o fatte di parole che hanno già scritto altri, e che magari vengono meglio delle tue, per spiegarsi.
L’altro giorno notavo che mia figlia Viola, che ha 6 anni, stava leggendo un albo illustrato di Tom Percival, Il fiume, in cui c’è un parallelo tra l’animo e il fiume. Si trattava di un momento di perdita in cui il fiume si ghiaccia, ha dolore e non riesce a tornare alla primavera, e Viola mi raccontava come delle volte si sentiva anche lei come il fiume. Sono tutti piccoli input, che però, messi giù in maniera chiara da un disegno o dalle parole, ti aiutano a costruire un terreno comune in cui si impara a parlare la stessa lingua.

Mick Jackson, John Broadley, “Mentre tu dormi”, Nomos Edizioni, 2022
(courtesy: Nomos Edizioni)

Ho alcuni libri di cui ho ricordi così vivi come se non avessi mai smesso di leggerli negli anni. Ho proprio i ricordi esperienziali, non so come dire…

Tu invece che rapporto avevi con questo genere di libri da bambina, e che rapporto hai oggi da adulta?

Ho alcuni libri di cui ho ricordi così vivi come se non avessi mai smesso di leggerli negli anni. Ho proprio i ricordi esperienziali, non so come dire…
C’è ad esempio un libro pop up sul balletto che mi aveva regalato mio padre quando ero alle elementari: ho un ricordo molto vivido proprio dell’esperienza della lettura, di queste figure che salivano mentre lo sfogliavo e di me che tentavo di riprodurre le pose. Poi c’era un libro di Tony Wolf, Le storie del bosco, di gnomi, di giganti e di fate, che la Dami Editore pubblica ancora e che ho riacquistato, non trovandolo più: anche di questo libro ricordo parole e illustrazioni con una magia e un affetto tali che non potevo non prenderlo anche a Viola. Sono quei libri che, anche se cresci, te li vuoi portare dietro.

Sentendoti parlare dei tuoi ricordi così vividi, mi rendo conto però che, diventando grandi, perdiamo sempre di più questa capacita di ricordare, appunto, o di conservarli i ricordi. Hai un’idea del perché accada?

Da un certo punto di vista, credo che sia una cosa molto legata all’infanzia. Per esempio, un altro libro che ho amato pazzamente è La notte dei desideri di Michael Ende. Ero un pochino più grande, in questo caso, e non era illustrato se non per un orologio che compariva in ogni capitolo dell’edizione di Salani. Perciò da un lato ho questo ricordo vividissimo di questo orologio, ma ho anche il ricordo di aver visto in effetti delle altre illustrazioni in questo libro, perché nel leggerlo, nell’immaginarlo, nell’essere bambina e nel viverlo mi sono fatta un’immagine. Per questo, secondo me, è qualcosa legato più stupore e alla magia dell’infanzia, in cui sostanzialmente ti approcci con un’intensità diversa alle cose, ragioni con tutti i sensi, anche con la fantasia.

Mick Jackson, John Broadley, “Mentre tu dormi”, Nomos Edizioni, 2022
(courtesy: Nomos Edizioni)

Se trovo un libro che ha — oltre alla fruibilità dell’oggetto — anche la possibilità di trasmettere un messaggio, sono più che felice, perché i libri sono anche questo, sono bussole che aiutano a capire meglio il mondo.

Te lo immagini mai un libro che vorresti che tua figlia Viola avesse tra le mani e potesse leggere?

Ammetto di averlo già fatto. Viola è sempre stata attratta dalla Luna, fin da quando ha cominciato a parlare intorno ai due anni. Mi faceva notare quando la vedeva, quando le sembrava che ci seguisse. Perciò volevo un libro che parlasse della Luna, ma che allo stesso tempo fosse adatto ad una bambina piccola come lei. Purtroppo in giro trovavo solo libri un po’ tecnici che non avrebbe potuto capire. E così è nato Viola e la luna: abbiamo scelto un testo di Angelo Mozzillo molto dolce e adatto ad una bambina di 2/3 anni. Le illustrazioni sono state realizzate da Roberta Terracchio e l’art direction è stata seguita anche da Davide Calì.

E se invece avessi del margine per pubblicare ciò che vorresti, senza stare troppo a pensare a logiche di mercato o simili?

Mi lascio sempre dello spazio per progetti più difficili. Un esempio è il libro sull’immigrazione, dal titolo Il viaggio, che ho preso da una casa editrice australiana e che ha in copertina un barcone che è esattamente quello che siamo abituati a vedere al telegiornale, ma che ormai per noi è diventata normalità. L’ho preso perché, quando lo abbiamo letto, qui ci siamo commossi tutti, anche se è una storia a lieto fine. Sapevo che metterlo dentro il catalogo non sarebbe stato come mettere dentro un best seller, ma non potevo non pubblicarlo.
Ci tengo che la mia collana possa avere questa libertà: poter scegliere un progetto difficile che so che venderà poco ma che voglio, perché ritengo sia giusto pubblicarlo, oppure un libro sulla Luna per dedicarlo alla mia bambina. Ovviamente questo non significa che siamo slegati dalle logiche commerciali, però quel margine lì mi serve.

Non ho nemmeno troppa fissazione sul messaggio/non messaggio: se trovo un libro che ha — oltre alla fruibilità dell’oggetto — anche la possibilità di trasmettere un messaggio, sono più che felice, perché i libri sono anche questo, sono bussole che aiutano a capire meglio il mondo; ma se c’è un libro che non ha messaggio ed è semplicemente bello o piacevole da leggere — perché la lettura può essere un piacere anche senza avere un secondo ruolo — lo voglio pubblicare lo stesso. La cosa importante per me è che sulla scaffale di una libreria finisca un libro di qualità, uno di quelli che se lo vedessi scegliere a Viola ne sarei felice.

Mick Jackson, John Broadley, “Mentre tu dormi”, Nomos Edizioni, 2022
(courtesy: Nomos Edizioni)
Mick Jackson, John Broadley, “Mentre tu dormi”, Nomos Edizioni, 2022
(courtesy: Nomos Edizioni)
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