Everything Must Go: un’animazione racconta le persone e gli oggetti delle “yard sales”

Diffuse da più di mezzo secolo nei paesi anglosassoni, le cosiddette yard sales (o garage sales) sono quei mercatini in cui vengono venduti oggetti usati — dai mobili agli abiti, dai vecchi dischi a ogni tipo di cianfrusaglia — nel giardino o nel garage di casa, magari prima o dopo un trasloco, per liberarsi di cose di cui non si ha bisogno e racimolare un po’ di denaro; mentre per chi acquista può essere l’occasione per trovare beni a prezzi abbordabili e scovare tesori da collezione.

È una pratica che qui in Italia ha iniziato a diffondersi, anche se assai lentamente, soprattutto negli ultimi anni, parallelamente alla sempre maggiore attenzione riguardo a un tema come l’economia circolare e all’ormai cruciale bisogno di evitare sprechi e di rimettere, appunto, in circolo ciò che a noi non serve ma che potrebbe interessare altre persone.

L’origine di questa usanza si fa risalire all’800, quando le navi merci che attraccavano nei porti statunitensi mettevano in vendita a prezzi scontati i colli non reclamati, ed è andata poi ad evolversi fino a diventare, specialmente a partire dagli anni ’50, quasi una tradizione delle aree suburbane, quelle con le tipiche villette con giardino e garage sul fronte che fanno da sfondo ad alcuni dei più bei racconti di Cheever.

Fotogramma dal corto d’animazione “Everything Must Go” di Alisha Liu
Fotogramma dal corto d’animazione “Everything Must Go” di Alisha Liu

In molti casi le yard sale sono un efficace collante per la comunità, e se ne organizzano anche di molto grandi, che coinvolgono tutta una via o addirittura un intero quartiere. Proprio a uno di questi eventi collettivi ha partecipato la giovane artista d’animazione Alisha Liu, che come progetto finale per il suo terzo anno alla CalArts, l’Istituto delle arti della California, ha realizzato un corto frutto di alcune interviste fatte durante una yard sale.

La talentuosissima Liu — della quale abbiamo già avuto modo di parlare per via di un’altro suo filmato — ha infatti tradotto in immagini le testimonianze raccolte durante la sua ricerca, realizzando un’opera assai interessante non solo dal punto di vista estetico e narrativo, ma anche dal punto di vista antropologico, mostrando le varie anime di chi frequenta quei mercatini, dietro o davanti ai banchetti.
«Puoi vedere le vite delle altre persone attraverso ciò che vendono: il gusto che hanno, come si prendono o meno cura delle cose, e poi arriva il momento quelle cose perdono il loro valore affettivo, così da poterle dare a qualcun altro» dice a un certo punto una delle signore intervistate, cogliendo appieno un altro dei motivi che contribuiscono al successo di questo tipo di iniziative: poter “spiare”, in un certo senso, nelle vite altrui.

Fotogramma dal corto d’animazione “Everything Must Go” di Alisha Liu
Fotogramma dal corto d’animazione “Everything Must Go” di Alisha Liu
Fotogramma dal corto d’animazione “Everything Must Go” di Alisha Liu
Fotogramma dal corto d’animazione “Everything Must Go” di Alisha Liu
Fotogramma dal corto d’animazione “Everything Must Go” di Alisha Liu
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