Quando arrivò la prima ondata della pandemia, il giovane designer Cihan Tamti stava studiando all’Università di Scienze Applicate e Arti di Dortmund, in Germania, e al contempo svolgeva il tirocinio nell’agenzia di uno dei suoi docenti, Lars Harmsen, che è anche il co-fondatore della casa editrice Slanted.
A causa del lockdown, Tamti dovette interrompere il tirocinio e ritirarsi a casa sua, dove decise di aprire il proprio studio indipendente e — come tantissime altre persone durante la clausura — di lanciarsi in un progetto personale senza committenti. Visto che in quel periodo erano molti coloro che, nell’industria creativa, si erano ritrovati ad avere molto tempo libero, tra commissioni perse e progetti “congelati”, Tamti pensò di puntare su un’iniziativa collettiva: una pubblicazione che raccogliesse opere prodotte durante quello strano e inedito momento storico in cui praticamente mezzo mondo era confinato in casa.
Dopo aver lanciato una call sul suo profilo Instagram, il designer cominciò a ricevere adesioni, riuscendo infine a coinvolgere 35 persone da 14 diversi paesi, tra talenti del design, della tipografia e dell’illustrazione. Nei lavori «era evidente un cambio di umore, che si rifletteva specialmente nella colorazione dei manifesti, soprattutto quando il numero dei decessi è aumentato» ha poi raccontato Tamti, che ha aggiunto alle opere anche alcune interviste a designer già affermati (tra cui il suo prof. Harmsen) e poi ha raccolto il tutto in una pubblicazione formato-quotidiano (grazie al servizio online Newspaper Club), intitolata Homebound (letteralmente “costretta/costretto a casa”) e andata esaurita in pochissimo tempo.

(fonte: slanted.de)
Col proseguire delle nuove ondate — oggi a che numero siamo? La quinta? — Tamti ha pensato di ripetere l’esperimento, usando l’esperienza accumulata in quel suo primo, vero progetto di art direction di largo respiro per alzare ancora l’asticella. Ha coinvolto il suo docente Lars Harmsen e la casa editrice Slanted, e aperto la partecipazione a un gran numero di designer, artiste e artisti.
Il risultato è Homebound–New Wave, un curatissimo volumetto che contiene le opere di 75 autrici e autori provenienti da 50 diverse città e 12 paesi differenti (c’è pure una nutrita rappresentanza italiana), tra type design, grafica e illustrazione. Queste, insieme ad alcuni articoli, vanno a formare una testimonianza preziosa di ciò che è stata la pandemia per la comunità creativa internazionale.

(fonte: slanted.de)

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