A piede libero: riscoprire il piacere di camminare, parlare e disegnare

È un’idea semplice, l’ha avuta Lorenzo Sartori, fumettista milanese: vedersi per camminare, in città, a Milano, senza una meta precisa. 
Ma soprattutto, senza cellulare.
Visto che è tanto che non lo sento e che questa iniziativa, nella sua estrema praticabilità, mi piace moltissimo, ho pensato di fargli qualche domanda.

Ciao Lorenzo, come stai? Sarò sincero: quando ho ricevuto la tua newsletter che parlava di “passeggiate nudiste” ho pensato subito due cose: uno, che fossi impazzito. Due, che non vedevo l’ora di seguirvi, nudo per Milano (se però mi fate tenere le scarpe, perché io non so camminare scalzo). 
Comunque, appurato che non siete veri “nudisti” ma solo “nudisti del telefonino” raccontaci, come ti è venuta l’idea di queste camminate?

Ciao Davide! L’idea delle camminate “a piede libero” nasce da due scintille diverse. Una è il pensiero di Moshe Feldenkrais, famoso inventore di un rivoluzionario metodo di riabilitazione, e in particolare da un brano del suo libro Il caso di Nora, (Ed. Astrolabio):

Volete fare un esperimento? Stando in piedi o camminando lentamente, osservate dove guardate e come. Guardate soprattutto davanti a voi, ignorando tutto quello che avviene a destra e a sinistra? Ascoltate lo spazio dietro di voi? Normalmente avvertite quello che c’è sopra di voi, se non vi è nulla di particolare che attragga in su la vostra attenzione? Le persone ben organizzate e agili non fissano in continuazione il suolo sotto i loro passi, ma solo di tanto in tanto. Per la maggior parte del tempo sono sintonizzate su modalità sensoriali diffuse, e vedono quasi tutto, da sinistra a destra. Le loro orecchie avvertono anche ciò che avviene dietro di loro. Un animale o un uomo da solo non sopravviverebbero nella giungla nemmeno un giorno, se non fossero attenti alla maggior parte dello spazio che li circonda. E il fatto che, nella nostra società, la sicurezza personale sia assicurata collettivamente, e non da ciascun individuo per sé, non significa che per questo i nostri sensi possano fare a meno di funzionare come si deve. La qualità della nostra vita continua comunque a dipendere soprattutto dal buono stato del nostro equipaggiamento personale.

L’altra scintilla è la prodigiosa capacità di osservazione che aveva Antonella Toffolo, originale disegnatrice e per me maestra di vita e di morte (ho scritto del suo sguardo in un vecchio post dei Topipittori).
Quando mi concedo di camminare coi sensi accesi e protesi, non solo mi sento più vivo e felice, ma colgo una marea di dettagli che altrimenti mi sfuggono, e che mi mettono in moto suggestioni narrative molto più del solito.
Quando ho iniziato a proporre le camminate a piede libero insegnavo fumetto e una materia che ho chiamato “disegno consapevole”. Camminare in quel modo abitua ad osservare e quindi aiuta a disegnare sempre meglio!

Sosta a Chiaravalle
(disegno e courtesy di Lorenzo Sartori)

Quando sono cominciate queste camminate? 

La prima camminata è stata la più semplice: dal civico 1 al 414, cioè da capo a fine di via Forze Armate, una delle vie più lunghe e visivamente variegate a Milano. Ingenuamente m’immaginavo che avrei chiesto alle persone di chiacchierare il meno possibile, amplificare l’attenzione eccetera… Forse ci ho pure provato, un pochino, chi se lo ricorda, ma il desiderio di parlare e di conoscersi, fra gente che magari s’incontra camminante per la prima volta, è naturale e sano… oserei dire inviolabile: che cosa faccio, impongo la disciplina? Figuriamoci, liberi tutti. Così i chiodi fissi di queste camminate sono diventati fin da subito:

– la ricerca della bellezza dov’è ben nascosta,
– la possibilità per chi lo desidera di fare soste e disegnare dal vero,
– la comunella fra i partecipanti.

Non camminiamo mai nel centro storico e quando propongo camminate in campagna le chiamo in altri modi. Le camminate a piede libero percorrono di norma posti ronci, a prima vista squallidi, magari malsicuri… bellissimi! Bellissimi agli occhi di chi li vuol vedere. Di chi apprezza vedute differenti dai format a cui Milano si adegua sempre più, paraggi in cui la Vita riplasma lo scenario che l’urbanista progettò.

(foto di Mauro Bonetti | courtesy: Lorenzo Sartori)
Una camminata urbana, con 15 amici. Milano, nord ovest, 14 febbraio 2021
(foto di Matteo Bergamini | courtesy: Lorenzo Sartori)

Con che frequenza le riproponi? Chi viene di solito? Siete un gruppo fisso?

Propongo camminate quando ho tempo, quando me le chiedono. Due o tre all’anno. Partecipano di solito fra 12 e 24 persone circa: gente molto molto varia, con in comune sempre almeno un che di strambo… magari ben nascosto ma stai sicuro che se viene, qualche rotella fuori sincrono ce l’ha. Insomma, i miei preferiti!
Per esempio, rileggi la prima domanda che mi hai fatto. Tu saresti un partecipante perfetto.

Disegno di Caterina Gatti
(courtesy: Lorenzo Sartori)

Ahah! Non ne dubito! Ma davvero partite senza una meta? Senza darvi un appuntamento? Come fate poi a ritrovarvi? Finora quante persone avete perso?

No no, la meta c’è. A volte molto precisa e coincide magari con un bar accogliente e alla buona in cui finire in bellezza. Altre volte è vaga: una zona della città. Solo che non sempre rivelo la meta a chi cammina con me. Mi sembra che sia più bello avere la sorpresa, no?
Ad esempio… Ah, premetto una cosa. Si cammina gratis e questo mi fa sentire rilassato anche se non mi preparo scrupolosamente. A volte faccio una camminata di sopralluogo, altre volte cammino così, per conto mio e poi mi dico, oh ma questa potrei proporla come camminata a piede libero. Quello che succede è che più camminate si fanno, meno io faccio. A volte nemmeno guido, lascio che chi è davanti segua i suoi propri passi verso ciò che lo attira di più.
Questo processo di progressiva scomparsa dell’organizzatore ha portato all’ultima camminata, interamente progettata da Alessia, affezionata camminatrice. Io mi sono limitato e convocare le persone. E non ho problemi a dire che è stata la camminata più bella ed emozionante di tutte! Per me, tornando al punto, è stato fantastico lasciarmi portare “al buio” da lei nel primo giro di prova e ancor più, quando abbiamo fatto la “vera”, ho trovato geniale che abbia voluto cambiare il percorso in alcuni punti per sorprendere il primo piccolo drappello che aveva fatto il sopralluogo con noi. 
È bella la sorpresa, fidati.
Di gente ne perdiamo sempre, perché alcuni vogliono partecipare almeno per un pezzo pur avendo altro da fare nel resto della giornata. A volte ne guadagniamo, per lo stesso motivo: gente che si aggrega dopo avere spicciato un impegno. Quest’ultima opzione non sarà possibile sabato prossimo, col tragitto ignoto e senza cellulari in tasca.

Merenda
(disegno e courtesy di Lorenzo Sartori)
Pranzo alle Cave
(disegno e courtesy di Lorenzo Sartori)

Quanto dura una camminata? Ci sono delle regole? Uno può fermarsi a leggere il giornale o prendere un caffè? Entrare in un negozio? E come funziona: ci si divide in coppie, gruppi?

Ci prendiamo sempre tutta la giornata per camminare e farlo con calma, concederci pause disegno e pause ristoro, mangiare insieme al sacco o in qualche posto che ci piaccia.
Io tenderei a partire in orari spartani perché amo la prima mattina, ma qualcuno riesce sempre a indurmi alla ragione. Chi vuole farsi un caffè o fare pipì o qualunque altra cosa, è sempre libero di farlo e spesso si trascina dietro tutti quanti, perché la tendenza alla comunella, come dicevo, è gagliarda.
Una sola volta, quando era nota la meta intermedia successiva, è successo che un gruppetto ha scelto un percorso alternativo al mio e poi ci siamo ritrovati là. Tutto molto tranquillo, informale, umano.

Disegno di Raffaele Tarallo
(courtesy: Lorenzo Sartori)

Ho letto che le passeggiate sono un modo per riscoprire e riappropriarsi della città. 
Hai qualcosa da raccontarci in questo senso? Qualche scoperta interessante? Che cosa ti regala Milano quando cammini a piedi?

Sì sì, ho scoperto molte, molte cose belle passeggiando per la città e le sue periferie. Cose che a volte mi hanno lasciato a bocca aperta per lo stupore. Il mondo marginale è ancora ricco di strati di polvere e di bellezza che come humus alimentano anche le sovrapposizioni di brutta materia. Spesso succedono camminando piccole magie, ma se le racconti a chi non era con te, svaniscono.
Milano mi ha regalato, per tutta la vita, qualcosa che Venezia e Roma non avrebbero saputo darmi. L’acume di sguardo, che è necessario per scovare il bello dove è ben nascosto. In tante città italiane il bello è talmente diffuso, evidente, sfacciato, che difficilmente stimola a cogliere sfumature minime, atmosfere quasi impalpabili, dettagli su cui zoomare perché animino un intero paesaggio.
Se vuoi, consiglio un paio di bellissimi libri sul camminare:
– Frédéric Gros, Andare a piedi. Filosofia del camminare, Garzanti;
– Francesco Careri, Walkscapes. Camminare come pratica estetica, Einaudi.

Cos’altro fate? Fotografie? Disegno?

Nate in primo luogo per aspiranti disegnatori, le camminate a piede libero hanno attratto da subito anche gente che non disegna. Alcuni semplicemente camminano con noi, ed è bello così. Altri fanno fotografie che poi condividono, e a volte sono immagini davvero ispirate.

Parco Alessandrini
(disegno e courtesy di Lorenzo Sartori)

Con la passeggiata del 9 aprile introduci una novità, cioè si viene senza cellulare. Non temi crisi di astinenza da Google? Come farete se sentirete il bisogno impellente di sapere quando è nato Keith Richard oppure in che anno è uscito il primo album degli Stones?

Ohibò, sono più preparato sui Beatles… Ma per le crisi di astinenza sono attrezzatissimo. Il mio telefono è un Nokia e capisci bene che da questa posizione assolutamente privilegiata sono in grado di aiutare chiunque a ricordarsi come sopravvivere qualche ora lontano dalla rete.
A patto che ci sia qualcuno da aiutare a sopravvivere. Al momento non ho nemmeno un iscritto! Questo temo che dica qualcosa su quanto sta diventando irrinunciabile un apparecchio tecnologico che, senza discuterne l’utilità, sta forse occupandoci troppa vita.
Boh, magari si iscrivono tutti all’ultimo. Se invece la camminata salta, l’insegnamento che ne traggo sarà: MAI PIÙ CON. Se davvero è per dipendenza da telefono che la gente non viene, diventa vitale moltiplicare le occasioni smartphone-free.

Hai un calendario delle prossime passeggiate? Oppure come possiamo rimanere aggiornati? Io il 9 aprile non potrò esserci ma mi prenoto di sicuro per una delle prossime!

Decido le camminate con poche settimane di anticipo e le annuncio tramite la mia newsletter: chi vuole rimanere aggiornato può scrivermi all’indirizzo [email protected].
Come scrivevo prima, credo, Davide, che a piede libero ti troverai perfettamente a tuo agio!

Dai che bello, non vedo l’ora! Se ne rifai una per giugno / luglio ci sarò!

Una camminata urbana, con 15 amici. Milano, nord ovest, 14 febbraio 2021
(foto di Matteo Bergamini | courtesy: Lorenzo Sartori)
(foto di Maria Antonietta Fanciullo | courtesy: Lorenzo Sartori)
editorialista
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