La Battaglia di San Romano di Paolo Uccello, animata da Georges Schwizgebel

Il 1º giugno del 1432, a San Romano, oggi in provincia di Pisa, fiorentini e senesi si scontrarono in battaglia. La pugna, durata meno di otto ore, coinvolse qualche migliaio di cavalieri e di fanti (più numerosi i senesi rispetto ai fiorentini) ma non fu particolarmente rilevante dal punto di vista storico e geopolitico. L’episodio rientrava infatti nel più vasto conflitto delle cosiddette Guerre di Lombardia, che vedeva fronteggiarsi da una parte la Repubblica di Venezia (alleata di Firenze) e dall’altra il Ducato di Milano (alleato di Siena).
Non è ben chiaro chi vinse, a San Romano: tuttora viene considerato un successo fiorentino, anche se le cronache senesi dell’epoca riportano l’esatto contrario. Al netto delle questioni campanilistiche, tuttavia, la vicenda potrebbe essere considerata assolutamente trascurabile se non fosse per un’opera d’arte che l’ha resa famosa a livello globale: quell’opera, conosciuta appunto come Battaglia di San Romano, consiste in un grande trittico, realizzato all’incirca tra il 1438 e il 1440 da Paolo Uccello su commissione di Lionardo Bartolini Salimbeni, ricco e importante uomo d’affari fiorentino che partecipò in prima persona allo scontro.

Bartolini Salimbeni chiese al pittore — che all’epoca era già molto conosciuto dai contemporanei e che secoli dopo sarebbe stato considerato come una sorta di antenato e di padre putativo dai metafisici e dai surrealisti — di immortalare la battaglia in un quadro che sarebbe poi stato esposto nel suo palazzo. Uccello immaginò la vicenda come una sequenza di tre scene, tutte quante costruite con l’uso di complesse prospettive e composizioni che sembrano degli istanti congelati di una fiaba ambientata al di fuori dello spazio e dal tempo.
Le tre tavole, dopo essere state acquisite da Lorenzo il Magnifico a seguito della morte di Bartolini Salimbeni, rimasero di proprietà della famiglia Medici fino al ‘700, quando poi vennero trasportate Uffizi. Nell’800 il museo fiorentino ne vendette due, una alla National Gallery di Londra (Niccolò da Tolentino alla testa dei fiorentini, che si ritiene fosse la tavola di sinistra) e una al Louvre di Parigi (Intervento decisivo a fianco dei fiorentini di Michele Attendolo, probabilmente quella di destra), conservando quella centrale, il Disarcionamento di Bernardino della Carda.

Frame dal cortometraggio “The Battle of San Romano”, di Georges Schwizgebel, 2017

Quest’ultimo è stato raccontato in maniera molto suggestiva da Antonio Paolucci, storico dell’arte, ex soprintendente del Polo Museale Fiorentino, ex direttore degli Uffizi ed ex Ministro per i beni culturali, in una delle puntate del bel programma radiofonico di Rai Radio 3 Museo Nazionale: «Dobbiamo immaginare questi guerrieri che — come grandi insetti, come una specie di Avatar del ‘400 — sono totalmente rivestiti da questa corazza di argento lucente1, e che si scontrano l’uno nell’altro» spiega Paolucci. «Praticamente cavalli e cavalieri si incastrano l’uno nell’altro, e si rovesciano, si ribaltano, si aprono. Una specie di Arancia Meccanica del ‘400 che viene presentata in primo piano con lo strumento della prospettiva. Perché Paolo Uccello questo era: lo dice il Vasari, lo dicono tutti gli storici: “il grande prospettico”».

Paolucci — così innamorato del quadro da rivelare che tante volte, quando era direttore degli Uffizi, «in certi pomeriggi d’estate, quando il pubblico ormai se n’era andato, mi sono fermato, nella luce di quei pomeriggi fiorentini, di fronte a questa battaglia magica» — descrive la scena come una composizione assolutamente irrealistica, immobile e sospesa nel tempo, iperuranica, con colori improbabili e figure che sembrano manichini.

Frame dal cortometraggio “The Battle of San Romano”, di Georges Schwizgebel, 2017

Tale immobilità, racchiusa in un complesso insieme di prospettive (il succitato Vasari, che considerava Uccello «dotato dalla natura d’uno ingegno sofistico e sottile», lo rimproverava di correr troppo dietro ad «alcune cose di prospettiva difficili et impossibili; le quali, ancorché capricciose fussero e belle, l’impedirono nondimeno tanto nelle figure, che poi, invecchiando, sempre le fece peggio»2) ha dato al grande regista d’animazione svizzero Georges Schwizgebel l’idea di mettere in movimento la tavola centrale del trittico, quella conservata agli Uffizi.

Considerato come uno tra i più grandi nomi dell’animazione contemporanea, Schwizgebel è tra i fondatori dello studio GDS, di base a Ginevra. Dagli anni ’70 a oggi ha realizzato numerose opere, tutte rigorosamente senza dialoghi, che hanno riempito la sua bacheca di premi prestigiosi, da Cannes all’Hiroshima International Animation Festival.
The Battle of San Romano, uscito su Vimeo poche settimane fa, l’ha prodotto nel 2017 ed è frutto di molti mesi di lavoro, passati innanzitutto a ridisegnare l’intera opera e a suddividerla in 16 diverse scene, così da progettare animazioni in cui ciascuna di esse si trasforma nella successiva. Tutto — va sottolineato — senza uso di software ma solo con carta e matita, prima, e infine con colori acrilici su vetro.

Frame dal cortometraggio “The Battle of San Romano”, di Georges Schwizgebel, 2017

Se l’animazione è molto recente, in realtà il dipinto di Uccello “vive” nell’immaginario del regista da molti anni. «Ho comprato una riproduzione della Battaglia di San Romano quando avevo 18 anni, alla Galleria degli Uffizi di Firenze», ha raccontato Schwizgebel a Vimeo. «Ero uno studente al primo anno di pittura in una scuola d’arte, senza molte conoscenze di storia dell’arte. Anche se normalmente non ero colpiti dai vecchi dipinti, questo ha suscitato su di me una forte impressione, e lo fa ancora oggi. Mi sono anche ispirato all’uso di cicli, o loop, che si adattavano perfettamente a una versione in movimento di questa immagine».

Arricchita da una colonna sonora originale, prodotta dalla compositrice canadese Judith Gruber-Stitzer, la “battaglia magica”, come l’ha definita Paolucci, è ancora più incantata nella “traduzione” animata di Schwizgebel.

Frame dal cortometraggio “The Battle of San Romano”, di Georges Schwizgebel, 2017
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