Wes Anderson, quasi per caso: esce finalmente l’edizione italiana del libro di Accidentally Wes Anderson

Wes Anderson, quasi per caso
AUTORE
Wally Koval
CASA EDITRICE
Il Saggiatore

Nella lista degli account Instagram più seguiti in assoluto figurano calciatori, giocatori di basket, musiciste e musicisti, nomi del mondo dello spettacolo, aziende multinazionali, qualche personalità politica. Sono molto più rari i casi in cui si riesca a superare il milione di follower con un profilo legato non a una persona o a un marchio bensì a un immaginario, sebbene si tratti di quello di uno dei registi di maggior successo degli ultimi 25 anni.
Il profilo in questione è Accidentally Wes Anderson e il regista è ovviamente Wes Anderson, capace di inventare uno stile visivo talmente definito e riconosciuto da diventare un genere a sé (e un aggettivo: wesandersoniano), che si è consolidato lungo tutto il corso di una carriera iniziata nel ’94 col cortometraggio Bottle Rocket e proseguita con nove lungometraggi, più uno in uscita in questi giorni — The French Dispatch, da più parti definito come una dichiarazione d’amore alla Francia e al giornalismo, dall’11 novembre nelle sale italiane.

Senza bisogno di esplicitarne canoni, regole, leitmotiv, chiunque abbia visto anche un solo film del cineasta texano saprà ben distinguere cos’è wesandersoniano da ciò che non lo è.
Tanta è la riconoscibilità di tale immaginario da essersi trasformata in una sorta di filtro attraverso il quale guardare il mondo, e riconoscere tutto ciò che di “accidentalmente à la Wes Anderson” esiste là fuori, per le strade, nelle sale di un cinema o di un teatro, sulle rive di un lago, nell’atrio di un antico palazzo, lungo i binari di una ferrovia, in una vecchia palestra, nell’improbabile sala da bowling di un hotel. È questione di simmetrie e punti di vista, palette cromatiche e qualità estetiche. Talvolta qualcosa è “accidentalmente wesandersoniano” solo per un instante, che va catturato nel momento giusto e dalla prospettiva corretta.

Wally Koval, “Wes Anderson, quasi per caso”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)

Dal 2017 (che nel “calendario” di Anderson arriva dopo The Grand Budapest Hotel e prima de L’Isola dei Cani) lo specialista americano di marketing e branding Wally Koval raccoglie tutti questi avvistamenti in un account, che è appunto il seguitissimo Accidentally Wes Anderson. Inizialmente nato per prendere appunti visivi su luoghi da andare a visitare con la moglie Amanda, il progetto è poi diventato un piccolo fenomeno culturale, al quale oggi contribuiscono appassionate cacciatrici e appassionati cacciatori di wesandersonità di tutto il mondo. Letteralmente: la mappa dei luoghi wesandersoniani spazia dalla Vecchia Europa al Giappone, si spinge fino a un ex villaggio minerario russo del profondo Nord, oggi parte dell’arcipelago norvegese delle Svalbard, e naviga per gli oceani fino alle più remote isolette del Pacifico e dell’Atlantico, giungendo addirittura in Antartide, dove sorge una ex base militare segreta britannica, che ora è un museo e ufficio postale, circondato da pinguini e da distese di ghiaccio.

Delle oltre 1500 foto postate, una selezione è stata raccolta l’anno scorso in un libro (ne scrissi a suo tempo), curato da Koval e ovviamente baciato da un grande successo.
Ora, grazie a Il Saggiatore, è arrivata l’edizione italiana, che si intitola Wes Anderson, quasi per caso e mostra scatti da ogni angolo del globo, Italia compresa, ciascuno accompagnato da un testo che racconta la storia del posto o del soggetto ritratto, oppure qualche curiosità in proposito.

Wes Anderson in persona — che, come nell’edizione originale ha firmato la prefazione — la definisce «come una guida turistica», prima di rivelare che «ora capisco cosa significa essere quasi per caso se stessi. Grazie. Non ho ancora le idee chiare su cosa significhi essere deliberatamente me stesso, ammesso che io sia proprio questo, ma non importa».

Wally Koval, “Wes Anderson, quasi per caso”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Wally Koval, “Wes Anderson, quasi per caso”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Wally Koval, “Wes Anderson, quasi per caso”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Wally Koval, “Wes Anderson, quasi per caso”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Wally Koval, “Wes Anderson, quasi per caso”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Wally Koval, “Wes Anderson, quasi per caso”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Wally Koval, “Wes Anderson, quasi per caso”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Wally Koval, “Wes Anderson, quasi per caso”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Wally Koval, “Wes Anderson, quasi per caso”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Wally Koval, “Wes Anderson, quasi per caso”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Wally Koval, “Wes Anderson, quasi per caso”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Wally Koval, “Wes Anderson, quasi per caso”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Wally Koval, “Wes Anderson, quasi per caso”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Wally Koval, “Wes Anderson, quasi per caso”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Wally Koval, “Wes Anderson, quasi per caso”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Wally Koval, “Wes Anderson, quasi per caso”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Wally Koval, “Wes Anderson, quasi per caso”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
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