L’anno scorso sui siti di mezzo mondo uscì la notizia che IKEA aveva digitalizzato e messo online tutti i suoi cataloghi, a partire dal primo, dato alle stampe nel 1951, quando l’azienda, nata nel ’43, si buttò nel settore dei mobili dopo alcuni anni di attività nella vendita di prodotti per corrispondenza. La scelta di mettere online quel pezzo della propria storia avvenne in occasione del lancio di una mostra, The IKEA catalogue through the ages, allestita presso l’IKEA Museum, una struttura aperta nel giugno del 2016 nella piccola cittadina di Älmhult.
Con i suoi nemmeno 9000 abitanti, situata nella zona centro-meridionale della Svezia, a due ore di auto da Mälmo, Älmhult è il cuore dell’impero del colosso internazionale dell’arredamento. Lì vengono ancora sviluppati tutti i prodotti, e sempre lì il fondatore, Ingvar Kamprad, aprì, nel 1958, il primissimo negozio IKEA al mondo. Quello stesso edificio è oggi, appunto, la sede del museo, e vi è conservato l’enorme archivio aziendale, protagonista di esposizioni e visite guidate.
Se finora per vedere gran parte di quel materiale bisognava per forza prendere un aereo e andare sul posto, da qualche giorno è possibile farlo anche da casa. Tra i “meriti” della pandemia c’è stato quello di aver accelerato tutti i progetti di digitalizzazione delle istituzioni private e pubbliche, e anche la multinazionale svedese non è rimasta a guardare.
Pochi giorni fa, il 16 settembre, ha infatti debuttato online la nuova piattaforma IKEA Museum Digital, interamente dedicata al marchio e alla sua storia industriale e commerciale.
Disponibile sia in lingua inglese che svedese, finora il progetto raccoglie i già citati cataloghi e una ricchissima timeline che passa in rassegna le tappe principali — dalle origini al presente — e i retroscena di alcuni prodotti. C’è molto materiale visivo (immagini ma anche video, tra cui reportage, interviste), in alcuni casi inedito.
«Che siano trionfi, clamorosi errori, avventure pericolose o collassi rivoluzionari, abbiamo cercato sempre di dire le cose come stanno» ha spiegato Jutta Viheriä, responsabile delle iniziative strategiche del museo.

(courtesy: IKEA)

(courtesy: IKEA)

(courtesy: IKEA)

(courtesy: IKEA)

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(courtesy: IKEA)