Money Is The One True God: un video interamente girato usando banconote

«Perdonami, Signore, sono al verde /
Vieni nelle mie tasche /
Porto la mia anima all’unico vero dio» canta il cantautore californiano Blake Mills nel suo brano dall’inequivocabile titolo Money Is The One True God, cioè “I soldi sono l’unico vero dio”, contenuto nell’album Mutable Set, uscito l’anno scorso e salutato con grande entusiasmo dalla critica.

«Puoi dubitarne, ma non puoi vivere senza» dice Mills del dio denaro, che definisce come “il pane dei denutriti” ma anche, per motivi diversi, “il pane degli strapagati”.
Sono constatazioni lapalissiane, ma non per questo meno e importanti in una società come la nostra in cui — come recita un fortunato adagio, talvolta attribuito a Slavoj Žižek e talvolta a Fredric Jameson — «è più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo».
Sulle stesse banconote che usiamo sono disegnati tutti i simboli, i “valori” (in ogni senso) e le contraddizioni di questa nostra religione: l’esplorazione come conquista, il lavoro come produzione, la scoperta come occasione per sfruttare nuove risorse.
Ed è proprio utilizzando le banconote che l’artista e regista Lachlan Turczan ha realizzato il videoclip di Money Is The One True God.

«Ho eseguito scansioni ad alta risoluzione di banconote di 23 paesi che vanno dal 1800 ai giorni nostri. Sono stati utilizzati programmi di machine learning per migliorare ulteriormente le scansioni in modo da poter ingrandire la complessità delle incisioni. Utilizzando tecniche di animazione sostitutiva, i motivi guilloché inondano lo spettatore in una raffica di linee e geometrie. Vengono mostrate anche scene iconiche della storia: l’era dell’esplorazione porta all’industrializzazione, le meraviglie del mondo sono sostituite da edifici per uffici e le icone della libertà sono in netto contrasto con le immagini della schiavitù» spiega Turczan, che vive e lavora in California.

Con i loro intricati pattern e le curatissime incisioni, le banconote sono un materiale molto interessante da utilizzare nelle animazioni. L’ha fatto, tempo fa, anche la regista Corrie Francis Parks nel suo Foreign Exchange.

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