Serial Parallels: un corto sperimentale sui grattacieli di Hong Kong

È stato il fotografo tedesco Michael Wolf, con la sua pluripremiata e acclamata serie Architecture of Density, ad aver reso celebri nel mondo i grattacieli di Hong Kong. Ma queste immense strutture — che occupano gran parte del panorama visivo di una delle città a più alta densità di popolazione al mondo — hanno affascinato stuoli di artiste e artisti, tra cui il filmmaker Max Hattler.
Classe 1976, originario di Ulm, dunque anche lui tedesco come Wolf, Hattler si è formato a Londra, dove ha ottenuto la laurea, il master e un dottorato, prima presso l’università Goldsmiths, poi al Royal College of Art e infine alla University of East London.

Oggi l’artista vive tra la Germania e Hong Kong, dove insegna, realizzando opere di videoarte e cortometraggi sperimentali che gli hanno fatto guadagnare una lunga lista di premi e menzioni d’onore nei migliori festival del mondo.
Tra le sue opere più interessanti c’è Serial Parallels, un lavoro dichiaratamente ispirato proprio alle foto di Michael Wolf, che è recentemente scomparso. Ma se in Architecture of Density il claustrofobico e ripetitivo panorama, interamente riempito dalle facciate dei palazzi, era immortalato in immagini statiche, Hattler ha deciso di inserire la dimensione del tempo, utilizzando la tecnica della stop-motion per animare centinaia di fotografie, montandole fino a dare l’effetto delle pellicole cinematografiche che scorrono, fotogramma dopo fotogramma, le une accanto alle altre.

«Questa animazione sperimentale si approccia all’ambiente urbano di Hong Kong dalla prospettiva concettuale del film di celluloide, applicando la tecnica dell’animazione cinematografica all’immagine fotografica. La caratteristica architettura cittadina dei complessi residenziali che eclissano l’orizzonte è reimmaginata come file parallele di strisce di pellicola» spiega l’artista.
Da qui il titolo: Serial Parallels.

Prodotto nel 2019, il filmato stordisce e disorienta con la sua apparentemente infinita serie di finestre e piani, che salgono e scendono, ruotano e scompaiono, solo di tanto in tanto lanciandosi verso il cielo — apparizione che accompagna spettatrici e spettatori in temporanei rifugi di pace, prima di precipitare di nuovo nella ripetizione, in un flusso che da una parte mostra i suoi affascinanti pattern e dall’altra “soffoca” lo sguardo dando l’idea che non ci sia davvero fine al cemento.

«Penso che Serial Parallels possa essere letto su diversi livelli» ha spiegato l’autore qualche anno fa alla rivista online Dezeen. «Per un pubblico occidentale, abituato a città più piatte ed estese, il film potrebbe sembrare uno scenario da incubo di un futuro in stile Matrix; un futuro che tuttavia già esiste. Mentre dagli abitanti di Hong Kong il film potrebbe essere letto in modo leggermente diverso, più a livello di una rivalutazione dell’ambiente urbano, una rivisitazione attraverso l’alienazione, attraverso l’astrazione».

Dopo aver girato per decine di festival internazionali, vincendo numerosi premi, il cortometraggio è finalmente uscito su Vimeo, dove è stato immediatamente inserito tra gli “Staff Picks”.

Un messaggio

Frizzifrizzi è sempre stato e sempre rimarrà gratuito. Si tratta di un progetto realizzato ogni giorno con amore e con impegno. La volontà è di continuare a farlo cercando di tenere al minimo la pubblicità. Per questo ti chiediamo una mano — se vorrai — con una piccola donazione. Potrai farla su PayPal.

GRAZIE DI CUORE.