Tanti cari saluti: la storia trash delle nostre vacanze nelle cartoline raccolte da Lorenzo Marchionni

Il “mio” Adriatico, quello delle gite domenicali al mare, da bambino e ragazzino, me lo ricordo così: bagnasciuga melmoso pieno di alghe e granchi morti, fette di cocco in grossi secchi di plastica, Settimana Enigmistica sotto l’ombrellone, bagnini dalla pelle abbrustolita, odore di crema solare, Lemonsoda al baretto poco distante e, soprattutto, frequenti spedizioni nella cartoleria affacciata sulla bollente lingua di cemento subito dopo la spiaggia, a guardare le copertine dei fumetti (fu lì che scoprii per la prima volta Dylan Dog) e a spiare tra le cartoline, unico materiale pieno di donne col seno al vento che sapevo di poter maneggiare liberamente perché — beh, perché erano semplici cartoline.

Tanti cari saluti
AUTORE
Lorenzo Marchionni
EDITORE
Il Saggiatore, 2021

Erano effettivamente molte quelle pieni di corpi nudi o seminudi, di chiappe, di pose ammiccanti. Non rammento di averne mai spedita né ricevuta una così in vita mia e, anzi, mi sono sempre chiesto che tipo di gente le acquistasse o se le ritrovasse nella buca delle lettere.

Oggi, coi social a raccontare al mondo intero le nostre vacanze, è sempre più raro ricevere cartoline, e quelle che ancora si trovano in giro, nei negozi di tabacchi e fuori dalle vetrine nei luoghi più turistici, sembrano vere e proprie macchine del tempo: potrebbero essere rimaste lì dagli anni ’80 e ’90, oppure essere uscite da poco dalla tipografia ma ricordare in tutto e per tutto — dalla grafica amatoriale alle battute vetuste, dal lettering terrificante ai colori troppo sbiaditi o troppo accesi — quelle di decenni prima.
Appaiono come segni giunti da un’altra epoca, indizi relativi a un paese che non c’è più. Lo spazio bianco, sul retro, da riempire con dediche di cui ora, forse, ci vergogneremmo e indirizzi che ormai ricordiamo solo se ce li suggerisce lo smartphone.

Lorenzo Marchionni, “Tanti cari saluti”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)

Sono queste vecchie (o apparentemente vecchie) cartoline il campo di analisi semiotica di Lorenzo Marchionni, che qualche anno fa lanciò su Instagram l’account Cartoleena (ne scrissi qui, nel 2017).
Nato quando Marchionni era ancora uno studente di design e comunicazione, da allora il progetto va avanti, cartolina dopo cartolina, con pezzi d’annata provenienti da tutta Italia e spesso notevoli nella loro bruttezza, ciascuno commentato dall’autore con intelligenza e tanta ironia.

Dopo anni a collezionare e analizzare, Marchionni — che oggi è cofondatore di un’agenzia di comunicazione, Studio Nilo — ha finalmente dato alle stampe un libro che raccoglie una selezione di quanto pubblicato finora su Instagram: si intitola Tanti cari saluti (sottotitolo: Cartoline dall’Italia. Storia trash delle nostre vacanze), l’ha pubblicato Il Saggiatore ed è effettivamente un album: di ricordi, di orrori grafici e di spassosissime interpretazioni delle immagini. A differenza di quanto fa su @cartoleena, infatti, nel volume Marchionni abbandona la semiotica e si lancia nella scrittura di potenziali testi da affidare alle singole cartoline. Testi usciti soprattutto dagli anni ’70, ’80, ’90, ma anche successivi e precedenti (ce n’è uno del 1955 di un signore che scrive a un amico da San Pellegrino Terme: «Ciao Bepi, non puoi capire che roba che è qui! Io pensavo di venire per curarmi i malanni ma con la Marisa poi finiamo tutte le sere al casinò: se non mi fermo, mi gioco tutta la pensione di guerra, mi sa! L’acqua che c’hanno è una roba incredibile, ma stiamo tutto il tempo al gabinetto a far pipì. E che pipì! Chiara, fresca e trasparente al punto giusto. Oi l’anno prossimo andiamo insieme e poi facciamo a gara a chi arriva più lontano, va ben? Ciao Vecio»), tra messaggi ad amate e amati, a famiglie e amici, da Peschici o dal Lido di Tarquinia, da Igea Marina o da Castiglione delle Stiviere.

Non solo: Tanti cari saluti è anche una collezione di cartoline vere e proprie, che si possono cioè staccare e usare, spedendole o consegnandole a mano, per un tuffo nel passato, rivestito da qualche strato di ironia.

Lorenzo Marchionni, “Tanti cari saluti”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Lorenzo Marchionni, “Tanti cari saluti”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Lorenzo Marchionni, “Tanti cari saluti”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Lorenzo Marchionni, “Tanti cari saluti”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Lorenzo Marchionni, “Tanti cari saluti”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Lorenzo Marchionni, “Tanti cari saluti”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Lorenzo Marchionni, “Tanti cari saluti”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Lorenzo Marchionni, “Tanti cari saluti”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Lorenzo Marchionni, “Tanti cari saluti”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Lorenzo Marchionni, “Tanti cari saluti”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Lorenzo Marchionni, “Tanti cari saluti”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Lorenzo Marchionni, “Tanti cari saluti”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Lorenzo Marchionni, “Tanti cari saluti”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Lorenzo Marchionni, “Tanti cari saluti”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
Lorenzo Marchionni, “Tanti cari saluti”, Il Saggiatore, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
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