Repair if you care: la campagna di Drogheria Studio per Vibram

C’è un filo rosso — anzi, un ottagono giallo — che connette alcuni tra i principali marchi di calzature di tutto il mondo, che si tratti di aziende storiche o realtà emergenti, e a prescindere dal tipo di scarpa: sneaker per il tempo libero, scarpe da running o da golf, stivali da caccia, scarponcini da trekking o da arrampicata, stivaletti da motociclismo, scarpini da ciclismo, scarpe da lavoro ad altissima tecnologia, sandali iperfemminili o formalissime oxford.

Quel filo rosso che in realtà è un ottagono giallo è Vibram, eccellenza italiana nata nel 1937, quando l’alpinista milanese Vitale Bramani — che due anni prima aveva assistito un terribile incidente in Val Bregaglia, nel quale sei escursionisti persero la vita anche a causa delle pessime suole delle scarpe che indossavano — inventò e poi brevettò la prima suola “a carrarmato” in gomma vulcanizzata, suola che nel ’54 arrivò fin sul K2, ai piedi degli alpinisti della ormai leggendaria spedizione di Compagnoni e Lacedelli.

(courtesy: Drogheria Studio)

Oggi le suole Vibram sono, appunto, ovunque. Laddove non sono ancora arrivate, potrebbero farlo, perché è in realtà possibile risuolare molte delle proprie vecchie calzature portandole in uno dei tantissimi calzolai specializzati (l’azienda ha una vasta rete di collaboratori e collaboratrici), così da offrire una seconda vita a un paio di scarpe, anche nell’ottica — ormai fondamentale — del riuso e del risparmio.

Visto che però il risuolare viene spesso percepito come un’attività d’altri tempi, buona magari per un paio di costose stringate classiche o per uno scarponcino tecnico da montagna ma non per ciò che indossiamo tutti i giorni, Vibram si è affidata all’agenzia milanese Drogheria Studio per una campagna capace di arrivare anche a un pubblico più giovane.

(courtesy: Drogheria Studio)
(courtesy: Drogheria Studio)

Fondato nel 2015, a Milano, dal designer e art director Luigi Durante, Drogheria Studio approccia ogni nuovo progetto cercando, quanto più possibile, di non affidarsi solo agli strumenti digitali ma di “sporcarsi le mani” con la materia, gli oggetti, ciò che si può toccare.
«Spesso il punto di partenza consiste nel trovare una chiave di lettura che ci permetta di sperimentare con oggetti, materiali diversi, tecniche di stampa e ritaglio, con l’obiettivo di creare dei visual che coinvolgano, oltre che la vista, anche il tatto» spiega Durante.

Per la campagna Repair if you care, lo studio ha puntato sul raccontare l’operazione artigianale della risuolatura attraverso gli strumenti tradizionali della calzoleria.
«Abbiamo progettato una campagna divisa in tre poster — racconta Durante — per raccontare il mondo delle scarpe outdoor, delle sneakers e delle scarpe “fashion” per comunicare anche il tema della customizzazione. Ognuno dei poster vuole descrivere la riparazione nei tre mondi e personalità attraverso delle composizioni ordinate ma sempre diverse e dinamiche: per le sneaker un’organizzazione scattante e vivace degli elementi; per l’outdoor una composizione degli elementi che riproduce visivamente sentieri e percorsi di trekking; per il fashion un approccio più editoriale nella disposizione degli strumenti di lavoro. I poster sono stati realizzati attraverso degli scatti fotografici, disponendo gli elementi manualmente sul fondo e fotografati dall’alto. La sfida è stata proprio quella di organizzare gli strumenti uno ad uno raccontando ogni volta un mood diverso solo attraverso la disposizione degli oggetti e lasciando gli spazi vuoti necessari all’inserimento digitale della tipografia».

(courtesy: Drogheria Studio)
(courtesy: Drogheria Studio)
(courtesy: Drogheria Studio)
(courtesy: Drogheria Studio)
(courtesy: Drogheria Studio)
(courtesy: Drogheria Studio)
(courtesy: Drogheria Studio)

Il “making of”

(foto courtesy: Drogheria Studio)

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