Ikone: com’è nato il progetto di Giorgia Molinari, premiato agli International Design Awards

Classe 1984, di base a Trento, Giorgia Molinari è una designer che lavora nel campo della comunicazione, spaziando dalla progettazione dell’identità visiva all’illustrazione, dal packaging al cosiddetto graphic recording, disciplina che negli ultimi anni sta vivendo una vera e propria età dell’oro.
I maggiori riconoscimenti professionali Molinari li ha tuttavia ricevuti per dei progetti grafici relativi alla musica, portandosi a casa ben tre premi da parte della International Design Awards Association di Los Angeles, che da oltre un decennio promuove i talenti emergenti nel mondo del graphic design, dell’architettura, del design d’interni, del design di prodotto e del fashion design.

Dopo un primo premio nella “Print Competition” e una menzione d’onore, nel 2017, per la grafica di Shakespeare for dreamers — libro + cd audio opera del compositore Nicola Segatta, pubblicato da Squilibri — quest’anno Molinari si è aggiudicata il Premio IDA 2020, Silver per Ikone, un libro con cd audio e dvd allegati, anche stavolta per un progetto di Segatta, pubblicato da Egea Records e Squilibri Editore.

(courtesy: Giorgia Molinari)

Ikone è un’opera che il compositore ha presentato al 45º Festival di Musica Sacra di Trento e Bolzano, dov’è stata registrata e filmata dal vivo. Si tratta di un lavoro sulla ricerca del sacro, ispirato a cinque dipinti, quattro testi in greco antico dal Vangelo di Matteo e all’originale ebraico del Padre Nostro.
Nel curare la grafica del volume, Molinari è dunque andata a pescare dal passato, realizzando un libro di 72 pagine, cartonato in plancia e cucito a filo refe, con le pagine interne stampate a 5 colori (in quadricromia più un pantone oro), su carta Tauro Offset da 140 gr.

Per saperne di più, ho chiesto a Giorgia Molinari di raccontarci meglio il progetto e il suo percorso creativo.

(courtesy: Giorgia Molinari)
(courtesy: Giorgia Molinari)

Ikone

La prima volta che ho visto un’icona avevo sette anni. Era appesa in una sala riunioni dell’oratorio vicino a casa mia; le immagini che avevo visto fino ad allora erano quelle dei fumetti e dei cartoni animati, leggere e dinamiche. Questa era diversa. Raffigurava una madonna con il bambino in braccio, gli occhi intensi, lo sfondo color oro. Qua e là, alcune scritte che non capivo. Mi incuriosiva, mi inquietava un po’. Avevo la sensazione che sapesse qualcosa che io ignoravo. Nonostante nella stanza ci fossero altri dipinti molto più articolati, il mio sguardo, attratto da quelle forme semplici ma densissime, ricadeva sempre su quell’immagine.

Nel 2017 Nicola Segatta, compositore e liutaio trentino, entra nel mio studio. «Ho scritto un’opera: si chiama Ikone. Ne fanno parte tre attori, un’orchestra, un coro e tre solisti. È andata in scena in una chiesa di Trento ed è stata ripresa dal vivo; ne faremo un cd e un dvd. L’argomento è il senso del sacro, ma le luci e le inquadrature sembrano quelle di un film di Sorrentino. Mi faresti la grafica?».

Diversamente da una classica opera musicale, questa possedeva già un’identità visiva. Una storia, dei personaggi. Aveva già le sue icone. Con quel pensiero in mente ho iniziato a riflettere sulla simbologia del centro e, sfogliando un libro sulle icone alla ricerca di un’idea per la copertina, mi sono ricordata dell’immagine che avevo visto tanti anni prima. Guardando quei dipinti semplici eppure così densi, mi sono chiesta che cosa sarebbe successo se un’icona, invece di offrire risposte, potesse lasciare uno spazio, porre una domanda.

Ho preso un dipinto, ho creato un buco al posto del volto e sono scoppiata a ridere. «Posso quasi sentire il suono della scomunica che parte da Roma» ho pensato. Naturalmente questa soluzione non vuole essere un insulto, ma suggerire (con un po’ di ironia) che il senso del sacro può essere una ricerca, un punto interrogativo.

Nell’opera, il coro e i solisti intonano alcuni dei passi più celebri del Nuovo Testamento, tratti dal Vangelo di Matteo e di Giovanni, nella lingua originale, tipica delle icone: il greco antico. Questi versi, cantati nella lingua in cui furono scritti, risuonano come “incomprensibili formule magiche”.

(courtesy: Giorgia Molinari)
(courtesy: Giorgia Molinari)
(courtesy: Giorgia Molinari)
(courtesy: Giorgia Molinari)

Ho quindi deciso di creare una cornice, un ambiente nel quale accogliere il testo cantato, per ricordare questa sensazione, in contrasto con le immagini sature e scure tratte dal video.
Per farlo ho scelto di utilizzare un manoscritto redatto durante l’impero bizantino, databile alla seconda metà del decimo secolo (ringrazio ufficialmente il monaco Theodore, la cui firma si trova in fondo al libro).
Le lettere accuratamente miniate secoli fa diventano sigilli, elementi che costellano il testo suggerendo altri significati.

(courtesy: Giorgia Molinari)
(courtesy: Giorgia Molinari)
(courtesy: Giorgia Molinari)

L’opera cita la parabola del granello di senape, all’inizio e alla fine. In seconda di copertina si trova il cd, mentre in terza di copertina il dvd.
Per “unirli” idealmente ho disegnato dei tralci che scivolano sulle pagine, stampati in Pantone oro.

Condividono alcune caratteristiche con il manoscritto bizantino: tracciati a mano e imperfetti, creano un contrasto con la perfezione del cerchio. Per rendere il segno impreciso ho costruito un pennino con una lattina (di birra, naturalmente, per contribuire al senso di imprecisione): amo molto questa tecnica perché crea dei segni imprevisti e incontrollabili, a volte morbidi, a volte ruvidi e grattati.

Dopo diversi passaggi di bozze, innumerevoli ascolti e un prototipo in bianco, è nato il volume di Ikone.

Giorgia Molinari

Il prototipo bianco
(courtesy: Giorgia Molinari)
Il pennino costruito con la lattina di birra e le prove disegnate
(courtesy: Giorgia Molinari)
Il progetto: colori e font
(courtesy: Giorgia Molinari)
Il progetto: la simbologia
(courtesy: Giorgia Molinari)
Il progetto: la pianta di senape
(courtesy: Giorgia Molinari)
Un messaggio

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