Vuoto: un nuovo progetto editoriale sulla città che cambia

Nei giorni più caldi della prima ondata della pandemia, ciascunǝ di noi ha sperimentato — di persona, nei rari momenti fuori, e, più spesso, attraverso i media — qualcosa di mai visto e provato nella propria vita, perlomeno di questa portata e potenza. Ci siamo ritrovati di fronte al vuoto. Dentro al vuoto abbiamo galleggiato. Ci siamo smarriti e, a volte, pure ritrovati. Ce lo siamo godutз in silenzio e abbiamo urlato provato a respingerlo con tutte le forze.
Come in uno specchio, vi abbiamo riconosciuto il nostro, di vuoto, e quello della società tutta. E quando ha ricominciato a riempirsi di nuovo, un po’ ne abbiamo sentito la mancanza.

Durante la nostra stessa scomparsa dallo spazio pubblico, quello che più e più volte è stato definito come “tempo sospeso” ha fatto da humus per mille progetti: leggeri o pieni di tensione, caotici oppure organizzatissimi, privati o collettivi. È come si se fosse aperta una nuova dimensione, e in quella dimensione avessimo trovato nuove lenti per guardare da altre angolazioni la nostra, e strumenti per provare a intervenire su di essa. È utilizzando queste lenti, capaci di offrire uno sguardo obliquo e trasversale, e di affiancare alla veduta d’insieme lo zoom sul dettaglio apparentemente insignificante, che è nato Vuoto, un progetto editoriale nato dalla collaborazione tra Orizzontale, collettivo di architettз di base a Roma, e Atto, studio milanese di comunicazione e visual design.

Vuoto è assenza di materia. È anche la condizione perché qualcosa possa muoversi. Il vuoto attrae: la vertigine e l’aspirapolvere hanno lo stesso principio di funzionamento. Dal nove marzo al quattro maggio duemilaventi per cinquantasei giorni la vita è stata risucchiata via dalle città nelle quali abitiamo. Le strade, vuote. Le piazze, vuote. Le stazioni, vuote. I parchi, vuoti. Pedoni, automobili, biciclette, autobus, tram, tutto sparito.
Cinquantasei giorni all’interno dei nostri abitacoli, come astronauti, come palombari. Per mezzo di periscopi digitali abbiamo ammirato la nostra stessa assenza. Abbiamo aspettato col fiato sospeso. Abbiamo scritto, disegnato, fotografato, sproloquiato. Siamo stati impazienti annoiati irrequieti. Intimoriti smarriti alienati. Sereni eccitati entusiasti. Abbiamo telefonato messaggiato videochiamato rilasciato interviste videoregistrato. Abbiamo festeggiato compleanni e celebrato anniversari.
Dalla finestra abbiamo osservato ossessivamente lo spazio attorno a casa, finendo per vedere cose nuove. Abbiamo sentito cosa ci mancava davvero, e cosa non ci mancava per nulla.

Abbiamo conosciuto una città senza spazio pubblico. Abbiamo letto la diffidenza negli sguardi degli sconosciuti. Asfissiati dalla vacuità abbiamo riflettuto sulle nostre vite, sulle nostre ambizioni, sulle nostre speranze. Abbiamo messo in discussione tutto, e poi lo abbiamo riabilitato.
Poi, improvvisamente come era iniziato, tutto questo è finito. Mentre quello che credevamo un periodo indimenticabile svaniva rapidamente nella memoria, lasciando solo un vago senso di nostalgia, abbiamo raccolto testi, interviste, fotografie, disegni, collage.

VUOTO 1 / VERTIGO è il racconto/diario di queste settimane, per come le abbiamo vissute individualmente e collettivamente.

Dal primo numero di Vuoto.

Piattaforma di ricerca, discussione e critica, Vuoto si definisce come «uno spazio pubblico transmediale nato per ospitare indagini collettive sulla città come sistema instabile, riflessioni pubbliche sull’imprevedibilità come paradigma, produzioni di paesaggi fisici e cognitivi fondati sull’idea dell’inatteso, ricerche di modalità non deterministiche di intervento sull’urbano».

Soprattutto, Vuoto è e non è tante cose allo stesso tempo. Come recita il suo manifesto/non-manifesto: «non è un libro, non è un libro d’artista, non è un magazine, non è un journal, non ha un piano annuale, non ha un tema, non è una fanzine, non ha un formato, non ha una redazione». L’unica certezza è che non è vuoto. E su questo non ci sono affatto dubbi, vista la densità di spunti e riflessioni e teorie e proposte che popolano i due numeri usciti finora, l’uno completamente differente dall’altro nel formato e nel progetto grafico (tanti, tanti complimenti ad Atto per il gran lavoro fatto).

Vuoto n.2 / Controverso (courtesy: Orizzontale / Atto)

Il primo, intitolato Vertigo e pubblicato la scorsa estate in una tiratura limitata di 100 copie, è andato subito esaurito, ed era una sorta di raccolta, in forma testuale e visiva, di appunti, idee e dialoghi attorno alla quarantena, all’isolamento e alle possibilità e potenzialità dello spazio pubblico.
Il secondo, uscito a dicembre e battezzato Controverso, si focalizza invece sulle pratiche di intervento temporaneo sulla città: piste ciclabili che spuntano dalla sera alla mattina, “urbanismo tattico”, interventi dal basso, tentativi dall’alto di governare l’inatteso.

«Questa improvvisa accelerazione non può mancare di porre degli interrogativi. Stiamo assistendo ad una svolta nel modo di pensare i processi di trasformazione, viene da chiedersi, o è solo un momento di passaggio? Si sta consolidando in questa dialettica un nuovo modo di fare città? La pianificazione territoriale tradizionale e la sua staticità sono modelli ancora sostenibili?», si chiede il collettivo Orizzontale nell’editoriale d’apertura di Vuoto n.2.
E tra le oltre 100 pagine si prova a rispondere, attraverso brevi saggi e interviste, illustrazioni e collage, azioni artistiche e reportage.
Tra molte luci e altrettante ombre, si guarda sia al passato che al futuro, essendo il presente un caotico susseguirsi di eventi e azioni che neppure le griglie grafiche in bella mostra sulla carta (di nuovo, bravo studio Atto) sembrano riuscire a organizzare.

Vuoto n.2 / Controverso si può acquistare online presso Leporello, Spazio B**K ed Edicola 518 ma sul sito del progetto ci sono anche le librerie in cui trovarlo.

Vuoto n.2 / Controverso (courtesy: Orizzontale / Atto)
Vuoto n.2 / Controverso (courtesy: Orizzontale / Atto)
Vuoto n.2 / Controverso (courtesy: Orizzontale / Atto)
Vuoto n.2 / Controverso (courtesy: Orizzontale / Atto)
Vuoto n.2 / Controverso (courtesy: Orizzontale / Atto)
Vuoto n.2 / Controverso (courtesy: Orizzontale / Atto)
Vuoto n.2 / Controverso (courtesy: Orizzontale / Atto)
Vuoto n.2 / Controverso (courtesy: Orizzontale / Atto)
Vuoto n.2 / Controverso (courtesy: Orizzontale / Atto)
Vuoto n.2 / Controverso (courtesy: Orizzontale / Atto)
Vuoto n.2 / Controverso (courtesy: Orizzontale / Atto)
Vuoto n.2 / Controverso (courtesy: Orizzontale / Atto)
Vuoto n.1 / Vertigo (courtesy: Orizzontale / Atto)
Vuoto n.1 / Vertigo (courtesy: Orizzontale / Atto)
Vuoto n.1 / Vertigo (courtesy: Orizzontale / Atto)
Vuoto n.1 / Vertigo (courtesy: Orizzontale / Atto)
Vuoto n.1 / Vertigo (courtesy: Orizzontale / Atto)
Vuoto n.1 / Vertigo (courtesy: Orizzontale / Atto)
Vuoto n.1 / Vertigo (courtesy: Orizzontale / Atto)
Vuoto n.1 / Vertigo (courtesy: Orizzontale / Atto)
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