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Oh! Una brochure ispirata al catalogo Ikea, ma con le ambientazioni dei filmati porno

La differenza tra il porno amatoriale e quello professionale è diventata, negli anni, sempre più sottile, perlomeno a livello stilistico. Da una parte, attraverso la rete, anche i non professionisti possono monetizzare prodotti “fatti in casa”; dall’altra, il mercato dei film e dei video per adulti ha cercato, in parte, di avvicinarsi al realismo dei filmini amatoriali.
L’elemento che il più delle volte permette di capire da quale dei due mondi provenga ciò che si sta guardando è il “contorno”. Basta distogliere lo sguardo dall’azione e soffermarsi sull’ambiente: la stanza, l’arredamento, gli oggetti.
Nei set è raro che si perda troppo tempo a costruire uno scenario davvero realistico, vissuto, plausibile. E, una volta tolto il porno dai set porno, ciò che resta è luogo fittizio, tanto surreale quanto fasullo, che sembra partorito da una fantasia scadente, come hanno dimostrato già anni fa le foto della serie Empty Porn Sets dell’artista britannica Jo Broughton.

Quella stessa patina di finzione ha attratto l’attenzione di Abel Picogna, studente dell’ISIA di Urbino, che ha recentemente lavorato a un progetto editoriale intitolato OH!, che sta per OpenHouse ma ricorda anche un gemito di piacere.
Friuliano, classe 1994, interessato a quelli che sono i limiti della fotografia e alle nuove potenzialità che le nuove tecnologie offrono al mezzo fotografico, Picogna dice di preferire rielaborare piuttosto che scattare. In questo caso ha preso circa un migliaio di screenshot da video porno professionali e li ha selezionati e pubblicati in un volume chiaramente e dichiaratamente ispirato a quello che è (o meglio, è stato) il catalogo di arredamento più conosciuto del mondo, quello di IKEA.

Abel Picogna, “Oh! Open House” (courtesy: Abel Picogna)

«La scelta di riprodurre queste immagini all’interno di un catalogo di mobili e, in particolare, la scelta del format IKEA, è nata per evidenziare il parallelismo tra questi due mondi fatti entrambi di scene costruite e di finzione, di pregiudizi e modelli precostruiti», spiega Picogna, che ha realizzato il progetto con la supervisione della fotografa, editor e docente Giovanna Silva.

Sfogliando il volume — che è in sé un vero e proprio détournement del design editoriale del catalogo IKEA 2020 — si viene colti dalla perturbante sensazione di star di fronte a qualcosa di assolutamente familiare e al contempo totalmente estraneo: quell’eerie costituito da un “fallimento di presenza” di cui parla Mark Fisher.
Capisci che dovrebbe esserci qualcosa che invece non c’è, anche se di tanto in tanto appare qualche indizio, frammenti di corpo (una mano, un fondoschiena) che si intravedono ai margini di un’immagine o nel riflesso dentro a uno specchio.

«Nel libro non ci sono scene pornografiche, il focus è tutto sui mobili», dice Picogna, che, per lo stesso motivo, ha appositamente scelto di tener fuori le produzioni amatoriali.

OH! non è soltanto un progetto universitario ma anche un libro che si può acquistare. Per farlo basta andare qui.

Abel Picogna, “Oh! Open House” (courtesy: Abel Picogna)
Abel Picogna, “Oh! Open House” (courtesy: Abel Picogna)
Abel Picogna, “Oh! Open House” (courtesy: Abel Picogna)
Abel Picogna, “Oh! Open House” (courtesy: Abel Picogna)
Abel Picogna, “Oh! Open House” (courtesy: Abel Picogna)
Abel Picogna, “Oh! Open House” (courtesy: Abel Picogna)
Abel Picogna, “Oh! Open House” (courtesy: Abel Picogna)
Abel Picogna, “Oh! Open House” (courtesy: Abel Picogna)
Abel Picogna, “Oh! Open House” (courtesy: Abel Picogna)
Abel Picogna, “Oh! Open House” (courtesy: Abel Picogna)
Abel Picogna, “Oh! Open House” (courtesy: Abel Picogna)
Abel Picogna, “Oh! Open House” (courtesy: Abel Picogna)
Abel Picogna, “Oh! Open House” (courtesy: Abel Picogna)
Abel Picogna, “Oh! Open House” (courtesy: Abel Picogna)
Abel Picogna, “Oh! Open House” (courtesy: Abel Picogna)
Abel Picogna, “Oh! Open House” (courtesy: Abel Picogna)
Abel Picogna, “Oh! Open House” (courtesy: Abel Picogna)
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