Tanti Saluti: da Cristina Amodeo e Paolo Belletti un dialogo a distanza tra fotografia e illustrazione

Per colmare le distanze, durante il primo lockdown, ciascuno si è arrangiato come sapeva e poteva. I più si sono ritrovati in videoconferenze e chat e, per settimane, il suono metallico di frammenti di conversazioni che uscivano a ogni ora dagli altoparlanti di computer e smartphone è entrato a far parte del paesaggio sonoro delle nostre case, con connessioni in rete che vacillavano sotto l’enorme peso di lezioni online, aperitivi a distanza, riunioni di lavoro su Zoom, sexting e messaggi vocali. Tradotta in bit in costante viaggio tra fili sotterranei e invisibili onde, abbiamo avuto la netta dimostrazione della potenza — capace di sovraccaricare infrastrutture impreparate a sostenerla — di uno dei bisogni fondamentali dell’essere umano: conversare coi propri simili.

La conversazione, però, non ha necessariamente bisogno delle parole. Si può parlare anche per immagini e, anzi, come hanno dimostrato in passato due geniacci del livello di Christoph Niemann e Nicholas Blechman, il fatto di affidare un messaggio a dei segni che, rispetto alla lingua, sono meno connotati e più aperti a differenti interpretazioni, offre la possibilità e la libertà di spaziare su vaste praterie di significati e connessioni concettuali.
Come in una partita a tennis giocata col pensiero su un campo da gioco potenzialmente infinito, il margine per la meraviglia è ampio. Ed è proprio questo — meraviglia — che esce da un progetto nato in piena pandemia dalla mente, le mani, gli sguardi e il bisogno di comunicare di Cristina Amodeo, illustratrice, e Paolo Belletti, fotografo.

(courtesy: Cristina Amodeo e Paolo Belletti)

«Per tenerci in contatto senza passare dalle piattaforme di videocall, io e Paolo, tra aprile e maggio ci siamo scambiati delle cartoline via mail», mi ha raccontato Amodeo. «La regola che ci siamo dati è stata rispondere alla cartolina ricevuta con una nuova immagine, in una specie di “telefono senza fili” visivo basato sul nostro quotidiano, giocando con ricordi, mancanze, sensazioni, e libere associazioni; alcune piuttosto dirette, altre più improbabili».

A cominciare il gioco, se così vogliamo chiamarlo, è stato Belletti, inviando una polaroid sovraesposta — quale miglior inizio di conversazione? A parole si riuscirebbe a fare lo stesso?
«In quella prima cartolina ho colto la piccola macchiolina di caffè, che mi ha fatto pensare alla mancanza del caffè al bar; una palma al neon ritratta da Paolo mi ha fatto venir voglia di cocktail, questo ha portato Paolo a ricordare l’insegna di un bar di Roma immortalata in notturna in un contrasto di bianco e nero che, in un’ideale inversione colori, mi ha riportato a una piccola carie che mi ha tormentata in quarantena e così il profilo di alcuni blocchi di marmo sono diventati la dentatura immaginaria di qualche animale esotico… così via fino all’ultima cartolina che chiude il cerchio ricollegandosi al primo scambio: un caffè rappresentante il primo bevuto alla fine del lockdown», spiega Amodeo, che ha risposto a tutti gli spunti lanciati dal suo amico fotografo con illustrazioni realizzate con la carta, tecnica che l’artista ha ormai portato a livelli notevoli.

(courtesy: Cristina Amodeo e Paolo Belletti)

Ora il progetto è diventato un libro, intitolato Tanti Saluti e in uscita in questi giorni. Il formato scelto è quello della cartolina e infatti ciascuna delle immagini si potrà strappare e spedire a qualcuno lontano.
Con una introduzione di Livia Satriano, creatrice di Libri Belli, Tanti Saluti è stampato su carta Fedrigoni X-Per White 200gr con rilegatura a spirale e copertina serigrafata da Press Press su carta Cordenons Malmero 300gr. accoppiata.
Per sapere quando e dove acquistare, basta seguire su Instagram @cri_amodeo e @pavlove.

Cristina Amodeo e Paolo Belletti, “Tanti saluti”, autoproduzione, 2020 (courtesy: Cristina Amodeo e Paolo Belletti)
Cristina Amodeo e Paolo Belletti, “Tanti saluti”, autoproduzione, 2020 (courtesy: Cristina Amodeo e Paolo Belletti)
(courtesy: Cristina Amodeo e Paolo Belletti)
(courtesy: Cristina Amodeo e Paolo Belletti)
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