Se di progetti che tirano fuori da archivi, mercatini, soffitte e vecchi cassetti il materiale proveniente dall’ex Urss non mancano di certo, c’è da sottolineare che solitamente si tratta di iniziative “russocentriche”. Tutto ciò che grafici e artisti, più o meno volontariamente, producevano per le altre repubbliche sovietiche o nei cosiddetti “stati statellite”, non sempre è altrettanto facile da trovare online.
Per fortuna continuano a moltiplicarsi le attività di ricerca e di recupero di quello che — pur tra mille lati oscuri — è il retaggio progettuale e culturale della “galassia sovietica”. In Bulgaria, ad esempio, un piccolo gruppo di appassionati ha dato vita al Socmus, un museo virtuale della grafica bulgara dell’era dei Soviet.
Fondato da un fotografo, Nikola Mihov, e due architetti, Martin Angelov e Valeri Gyurov, entrambi facenti parte dell’associazione Transformatori, il museo è attivo da quasi dieci anni e si sviluppa in gallerie monotematiche: poster cinematografici, poster cinematografici di film bulgari, manifesti politici, libri per l’infanzia, poster teatrali, copertine di vinili, pubblicità, logo, francobolli, timbri postali e buste affrancate, con alcune sezioni dedicate specificamente ad alcuni autori più importanti, come Dimitar Tassev e le sue locandine teatrali, oppure quelle di Ludmil Chehlarov o, ancora, le grafiche per la tv di Nikola Nikolov.
Il materiale, purtroppo, non è in alta risoluzione, ma si possono scoprire molti gioielli, tra estetiche chiaramente influenzate dalla grafica russa e altre che invece riprendono tendenze più occidentali (come la psichedelia, molto presente negli esemplari degli anni ’70).
Tutti i pezzi della collezione vanno dal 1944, anno della caduta della monarchia e dell’occupazione da parte dell’esercito sovietico, fino al 1989, quando, un giorno dopo la caduta del Muro di Berlino, il regime si sgretolò definitivamente.