Poesia è ciò che trovi
nello sporco che c’è nell’angolo,
che origli sull’autobus, Dio
nei dettagli, l’unico modo
per arrivare da qui a lì.
È un estratto — mal tradotto dal sottoscritto, ma spero renda lo stesso l’idea — da Ars Poetica #100: I Believe, una poesia che parla della poesia stessa, scritta da una delle maggiori poetesse americane degli ultimi decenni, Elizabeth Alexander.
Nera, femminista, nata ad Harlem, finalista del premio Pulitzer e già a capo del Dipartimento degli studi afroamericani dell’Università di Yale, Alexander è poco conosciuta in Italia. Per quanto ne so, le sue raccolte non sono mai state tradotte integralmente nella nostra lingua e, a parte cinque poesie apparse nell’antologia Nuovi poeti americani, pubblicata da Einaudi e a cura di Elisa Biagini, tutto ciò che si trova in italiano è qualche componimento reperibile online e la notizia che Obama scelse lei per l’inaugurazione del suo primo mandato da presidente (il 20 gennaio del 2009, davanti al Campidoglio, Alexander lesse Praise Song for the Day, scritta per l’occasione).

Tratta da Crave Radiance, raccolta uscita nel 2012, Ars Poetica #100: I Believe è stata animata dall’artista londinese Jocie Juritz, che ha “tradotto” il testo in immagini in movimento, con la particolarità di aver usato proprio le pagine del libro di Elizabeth Alexander come tela sulla quale dipingere, fotogramma dopo fotogramma, l’intero cortometraggio.
«Sono stato colpita dalla frase “emptying the proverbial pocketbook” [vuotando il proverbiale taccuno, ndr] che ha acceso le immagini del mio processo creativo — scarabocchiare su album da disegno, accumulare carta e ricordi. Come una sorta di omaggio alla carta e penna (e in riferimento al processo di creazione delle idee) ho deciso di animare i fotogrammi di questo film direttamente nelle pagine del libro di Elizabeth Alexander, Crave Radiance, che contiene I Believe. Gentilmente, mi ha dato lei stessa il permesso di fare quello che mi piaceva con il libro!», racconta Juritz sul suo sito, dove mostra l’intero processo.
L’animazione fa parte di una serie intitolata Poetry Films, che consiglio vivamente di seguire. Lanciata dalla piattaforma culturale On Being, il progetto affida ad artisti e artiste dell’animazione i testi di poeti e poetesse contemporanee.




