Se la strategia reale fosse quella di eliminare definitivamente la vita dal pianeta in cui viviamo, potremmo dirci soddisfatti di come abbiamo pianificato il lavoro. Un’azione ben coordinata, su diversi fronti, che va avanti da secoli. Un attacco continuo e costante, via terra, via mare e via aria. E laddove la natura sembra riprendere slancio, ecco che ci inventiamo sempre nuovi, tecnologici e complessi modi per soffocarne sul nascere il facinoroso impeto, come in una perpetua azione di anti-guerriglia.
Siamo stati bravi: ce lo conferma la comunità scientifica internazionale, che aggiorna regolarmente il calendario, anticipando la data del possibile collasso.
Adottando la metafora della Terra come casa — usata anche da Greta Thunberg nel suo ormai celebre saggio —, quella che ci ospita fin dalla notte dei tempi è sì in fiamme ma al contempo si sta anche allagando, seccando, sciogliendo, riempiendo di rifiuti impossibili da smaltire, spogliando di biodiversità: tutto allo stesso momento.
Il grafico, designer e illustratore Federico Babina ha pensato bene di mostrarcelo nella sua serie Earthitecture, dove gli effetti dei disastri causati dal genere umano (e da alcuni esponenti della specie un po’ più di altri, diciamocelo) sono visibili proprio dentro e attorno a una casa, che era anche il soggetto di un’altra serie, Archiatric, dove invece del mondo esterno veniva rappresentato quello interno: la nostra mente.
Earthitecture si può vedere interamente qui, ed è accompagnata da un video, con la colonna sonora originale di Elisabet Raspall.
C’è anche una stampa, che si può acquistare online.