Artifex Poster: i manifesti creati dall’intelligenza artificiale

Tendiamo spesso a opporre il concetto di artigianalità a quello di artificiosità (fatto a mano vs. prodotto in serie; analogico vs. digitale; caldo vs. freddo): in realtà sono dalla stessa parte della barricata, quella dell’uomo che attraverso l’arte, la tecnica, la conoscenza e l’abilità costruisce qualcosa, si fa artefice, creatore. Dall’altra c’è la natura che — per semplificare e senza tirare in ballo religioni e cosmogonie — semplicemente è, senza necessità di un artifex.

La nostra intelligenza è un prodotto della natura, quella dei computer l’abbiamo creata noi, dunque è artificiale. Ma se l’arte è frutto della nostra intelligenza, può la cosiddetta AI (Artificial Intelligence) produrre arte a sua volta?
È un interrogativo sul quale si sta lavorando molto negli ultimi anni, in tutto il mondo, attraverso esperimenti sempre più complessi che a loro volta “gemmano” altre domande: per fare altre bisogna prima comprendere l’arte? Cosa “vede” un computer in un quadro, una scultura, un’opera cinematografica?

Ogni nuova conquista tecnologica e informatica, in quest’ambito, solleva ulteriori quesiti, che non ci interrogano soltanto sulle potenzialità e gli sviluppi dell’intelligenza artificiale ma, in maniera speculare, tirano anche in ballo il modo in cui funziona il nostro cervello, quindi la natura.

Due designer italiani, Simone Verduci e Jacopo Baco Giannitrapani, che lavorano sulla terra di confine tra progettazione grafica e codice, si sono fatti anche loro un po’ di domande: «Cosa vede una macchina in un’immagine? L’intuizione del designer può essere sostituita, in futuro, dall’intelligenza artificiale? Qual è il ruolo del designer, ora che determinate attività possono essere eseguite da un algoritmo? Quali permutazioni possono derivare dalla combinazione di immagini di dominio pubblico randomizzate e loro interpretazioni generate dal machine learning? È questa la nuova arte senza artisti?».
Il frutto di queste elucubrazioni è un progetto online, Artifex Poster, un generatore casuale di manifesti che si basa appunto sull’apprendimento automatico e sulla grafica generativa e interattiva.

(courtesy: Simone Verduci e Jacopo Baco Giannitrapani)
(courtesy: Simone Verduci e Jacopo Baco Giannitrapani)

Esplorando il sito, ogni volta ne esce fuori un poster differente.
«Un’immagine viene selezionata casualmente da librerie di digitali di immagini prive di copyright. Analizzando il fotogramma prescelto l’algoritmo estrapola tre parole chiave attraverso le quali tenta di definire le caratteristiche in modo da “interpretarlo” a modo suo. Le tre parole sono quindi combinate — sempre in modo casuale — con caratteri tipografici liberi da copyright e sono poi impaginate in un poster. La maniera in cui gli elementi sono disposti è frutto dell’intervento di un designer che ci ha fornito un layout. Il colore di sfondo è scelto da un algoritmo che lo seleziona automaticamente dalla tavolozza dei colori dell’immagine stessa», spiegano Verduci e Giannitrapani.

Volendo si possono salvare i risultati che via via escono: una versione in .png verrà scaricata sul proprio dispositivo. Oppure, come suggeriscono i due design, si può semplicemente aggiornare la pagina e il poster, come non fosse mai stato creato (i robot sognano poster elettrici?, viene da chiedersi, parafrasando il celebre libro di Dick), «svanirà senza lasciare alcuna traccia di sé».

(courtesy: Simone Verduci e Jacopo Baco Giannitrapani)
(courtesy: Simone Verduci e Jacopo Baco Giannitrapani)
(courtesy: Simone Verduci e Jacopo Baco Giannitrapani)
(courtesy: Simone Verduci e Jacopo Baco Giannitrapani)
(courtesy: Simone Verduci e Jacopo Baco Giannitrapani)
(courtesy: Simone Verduci e Jacopo Baco Giannitrapani)
(courtesy: Simone Verduci e Jacopo Baco Giannitrapani)
(courtesy: Simone Verduci e Jacopo Baco Giannitrapani)
(courtesy: Simone Verduci e Jacopo Baco Giannitrapani)
(courtesy: Simone Verduci e Jacopo Baco Giannitrapani)
(courtesy: Simone Verduci e Jacopo Baco Giannitrapani)
(courtesy: Simone Verduci e Jacopo Baco Giannitrapani)
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