Quando a un parolina di quattro lettere già assai complessa di suo come arte decidiamo di mettere la maiuscola, le appiccichiamo addosso tutta una serie di postulati, teorie, idee, esempi. Nel passaggio dalla a alla A, oltre a gonfiarsi di significati e ad espandersi in tutte le dimensioni (ben più delle quattro che solitamente abitiamo), l’Arte diventa più appuntita e spigolosa — pure quella apparentemente liscia e armonica che segue i canoni della classicità — tanto che rischia quasi di andare a sbattere sui denti prima ancora di uscire dalla bocca. Quando indossa “la lettera grande”, essa parla contemporaneamente all’istinto e alla ragione, mette in ballo l’assoluto e coinvolge i più terreni sensi. Alza la posta, ponendo direttamente o indirettamente una serie di domande cruciali senza fornire risposte: semplicemente perché quasi mai ce ne sono, e perché se le risposte talvolta non ti smuovono di un millimetro, una sola domanda può farti fare milioni di chilometri, col pensiero e col corpo; può smuovere montagne; può proiettarti nello spazio e oltre il tempo; può farti uscire dalla “scatola” — o, meglio ancora, darti modo di capire che effettivamente sei dentro a una “scatola”.
Di sicuro dentro a una scatola c’è FK, il protagonista di Framed, cortometraggio d’animazione diretto dal regista italiano Marco Jemolo e frutto di un grande lavoro di gruppo che ha coinvolto diverse realtà e professionisti.
Girato nell’estate 2016 presso gli spazi del Cineporto di Torino e prodotto da Jemolo (che è anche sceneggiatore), Nicoletta Cataldo, Grey Ladder ed Eleonora Diana, Framed è stato presentato per la prima volta al pubblico durante i Torino Graphic Days dello stesso anno per poi girare per i festival del cinema di tutto il mondo (ben 150), collezionando premi e menzioni d’onore.
Realizzato con la tecnica della stop motion, il corto narra le vicende di un omino di plastilina che si ritrova in una stazione di polizia a raccontare la sua storia. Una storia di maltrattamenti, oppressioni, torture, che vanno avanti fin dalla traumatica nascita.
Costretto a interpretare ruoli che non sente suoi, a indossare panni che non vorrebbe mettersi, FK (iniziali che, non a caso, sono le stesse di Kafka) è un uomo distrutto che cerca la libertà.
Non vado avanti nel raccontare la trama per non rovinare la sorpresa dato che, dopo tanto vagar per festival, Framed esce finalmente al pubblico oggi stesso, nella prestigiosissima cornice delle Staff Pick Premieres di Vimeo.
Questo il link per vederlo per intero: vimeo.com/channels/premieres/410459328.
Come mi ha raccontato l’illustratrice Francesca Tabasso, che ha curato il character design dell’opera, «il corto è un’ironica riflessione sull’individuo, sui condizionamenti e le imposizioni della società che intervengono a modificare la percezione di noi stessi, fino al punto di farci perdere la consapevolezza della nostra individualità».
La grande domanda che pone allo spettatore è infatti: in un mondo che qualcun altro ha modellato per noi, siamo davvero padroni del nostro destino?
Ed è il medesimo interrogativo che spinge FK, intrappolato dentro alla sua “scatola” — che è quella della plastilina ma è anche il set e sono pure gli schermi attraverso i quali noi guardiamo quello che a tutti gli effetti è un meta-film, reso ancora più significativo dalla cornice (frame, appunto, termine che rimanda anche allo scheletro dei pupazzi di plastilina) in cui ci troviamo attualmente tutti quanti, rinchiusi nelle nostre scatole-appartamenti.
Di seguito alcune immagini della lavorazione, dai disegni di Tabasso allo storyboard di Linda Kelvink, fino alle fasi dell’animazione.
Director Marco Jemolo
Production Nicoletta Cataldo, Grey Ladder, Eleonora Diana, Marco Jemolo
Executive Producers Nicoletta Cataldo, Alessandro Regaldo
Cinematographer Umberto Costamagna
Sound Emanuela Cotellessa
Music Alessandro Marrosu
Writers Marco Jemolo, Paola Savinelli
Editor Marco Jemolo
Art director Eleonora Diana
Color Correction Emiliano Ranzani
Cast Guglielmo Favilla, Dario Penne